CAMPI BISENZIO – “L’identità di un paese è da ricercare nella sua storia che rappresenta un bene da custodire gelosamente e da proteggere, noi sappiamo bene che Campi Bisenzio è anche e soprattutto la città di Lanciotto Ballerini e non appena saremo alla guida del Comune ne onoreremo sempre la sua figura”: a esprimersi così è Paolo Gandola, candidato sindaco di Impegno Vero, Lega, Forza Italia, Cambiare si può e Centrodestra campigiano.
“Noi ci stringeremo sempre intorno ai nostri eroi, uomini comuni, nostri connazionali, che hanno permesso di scrivere un’altra storia. Una storia di liberazione dai soprusi e dal dominio delle dittature, incisa sulla nostra terra dalla forza di coloro che persero la vita per onorare il sogno di un paese libero. Senza mai dimenticare i soldati delle forze alleate, essendo ognuno di noi intimamente ed orgogliosamente riconoscente verso tutti coloro che resistettero e vinsero in nome della libertà”.
“Per questo – aggiunge Gandola – abbiamo in mente un museo itinerante e diffuso in cui le persone si muoveranno attraverso un percorso che si creerà da piazza Matteotti, dove l’Anpi tornerà di casa e dove verrà realizzato il vero e proprio Museo della resistenza con le centinaia di documenti, cimeli e scritti di quel periodo. Poi in un percorso unitario sarà collegato il monumento ai caduti di via Don Minzoni, fino ad arrivare alle “case nuove” dietro via Buozzi dove vennero protetti dalla famiglia Paoli (Giusti fra le Nazioni) e nascoste alcune famiglie di ebrei durante la persecuzione nazifascista”.
“Inoltre – conclude – dedicheremo un ricordo permanente a suor Maria Cecilia Vannucchi, capallese e medaglia d’oro per la resistenza. Nata a Capalle il 29 ottobre 1901, durante gli anni tragici della seconda guerra mondiale, aprì con coraggio le porte del Conservatorio di San Niccolò di Prato ai rifugiati politici, agli ebrei e a moltissime famiglie di sfollati. Per questo dedicheremo i giardini di via dello Scalo a una donna di infinita cultura e grande umanità che nei momenti più duri della guerra aprì le porte del conservatorio a tutti gli sfollati e al Comitato locale di liberazione nazionale”.