CAMPI BISENZIO – “Senti, questi soldi non sono i miei. Io non posso utilizzarli a mio piacimento perché sono un accademico e non posso comunicare all’istituto britannico che intendo usare i soldi per fini personali”.
Queste sono le ultime parole che abbiamo potuto sentire direttamente dalla voce di Giulio Regeni. Sono quelle che rivolge, in arabo, a un sedicente sindacalista egiziano che gli chiede soldi. Lui rifiuta e da lì inizia il drammatico calvario del giovane ricercatore italiano al Cairo. Verrà fatto sparire, torturato e ucciso per aver voluto vedere il cuore nero dell’Egitto di oggi. E’ il gennaio del 2016. Giulio Regeni viene ucciso e da allora in molti stanno cercando di non far morire il suo ricordo. In tanti, stanno anche provando a farlo dimenticare. Perché c’è la real politik, ci sono intrecci da non sfiorare.
Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, saranno “presenti” alla rassegna Mercoledì da scrittori con un collegamento via Skype per partecipare alla serata del 10 maggio alle 21 al Teatrodante Carlo Monni. Insieme a loro, a parlare di Giulio, ci saranno Carlo Bonini e Giuliano Foschini de La Repubblica che, in queste settimane, hanno prodotto una webserie sulla vicenda (“Nove giorni al Cairo); Fabio Laurenzi, presidente del Cospe, che da anni lavora in Egitto con progetti sociali di sviluppo e per la libertà di informazione; Tina Marinari dell’ufficio comunicazione di Amnesty International Italia. A moderare la serata sarà la direttrice di 055notizie, Irene Grossi.
Prossimo incontro: Mario Calabresi, mercoledì 17 aprile alle 21.