Metti una sera a teatro con i “Calenziani”, fra smartphone, fotografie ed emozioni

CALENZANO – “Calenzano è un punto”. Probabilmente di riferimento, magari “cardinale”. E’ un punto, in un senso o nell’altro. Ed è nelle parole di Giusy Falugiani, catechista alla parrocchia di Settimello, che si racchiude la serata conclusiva dei “Calenziani”, andata in scena ieri sera, nel vero senso della parola. Un progetto che ha preso il […]

CALENZANO – “Calenzano è un punto”. Probabilmente di riferimento, magari “cardinale”. E’ un punto, in un senso o nell’altro. Ed è nelle parole di Giusy Falugiani, catechista alla parrocchia di Settimello, che si racchiude la serata conclusiva dei “Calenziani”, andata in scena ieri sera, nel vero senso della parola. Un progetto che ha preso il via la scorsa estate, ha visto la collaborazione fattiva di “Piananotizie e ha visto calare il sipario presso il teatro Manzoni di Calenzano. Con tredici dei trentacinque “Calenziani”, i marziani di Calenzano, protagonisti anche sul palco sotto l’abile regia di Eugenio Nocciolini, arrivato… a bordo di un’astronave, astronave con cui è ripartito, alla fine dello spettacolo, “verso il futuro”, chissà, magari verso una seconda fase del progetto. Tredici i protagonisti della serata, aperta dalle parole di Maria Cristina Ghelli (direttrice del teatro Manzoni) e dall’assessore alla cultura Irene Padovani. Insieme alle fotografie conservate nei loro cellulari, alle storie che hanno raccontato e che sono diventate parte integrante della pubblicazione “Calenziani – Sfogliando le memorie dei cellulari che attraversano la città”, realizzata dal Teatro delle Donne e dal Comune di Calenzano in collaborazione con il Ministero dei beni culturali, la Regione Toscana, RAT, Piananotizie e SestoTv: “Trentacinque ritratti di chi non abita ma attraversa Calenzano come un marziano. Una ricerca sugli sguardi, le storie di vita, le immagini conservate nelle memorie dei cellulari. Perché calenziani, prima o poi, lo diventiamo tutti”. E così ecco don Leonardo, che da Borgo San Lorenzo ha portato tutto il suo entusiasmo a Settimello, è stata la volta di Luca che in passato amava scrivere canzoni d’amore tristi, Giuliano che è stato il testimone di nozze di Roberto Baggio, Giusy che a Calenzano ha trovato un punto ed Elicia che è orgogliosa della sua marmellata di fragole anche se non ama cucinare. E poi Musa, cuoco provetto, Bamba, che con il teatro ha imparato a parlare l’italiano e via via tutti gli altri fra battute, gag e tanti aneddoti da raccontare. Uomini, donne che da Calenzano si sono spostati ma poi sono tornati, che qui hanno trovato l’amore e hanno visto crescere i loro figli. Uomini e donne e che con le fotografie scattate dai rispettivi smartphone hanno contribuito a raccontare la loro vita che è un po’ anche la nostra, visto che il telefono cellulare fa parte a tutti gli effetti della nostra quotidianità. Siamo tutti calenziani ma, come hanno scritto Matteo Balduzzi e Stefano Laffi, da cui il progetto è partito, insieme a Teresa De Martin, “siamo tutti marziani, è una condizione in cui è facile trovarsi non appena ci si trova a passare o stare in una città diversa dalla propria”. Poi è stata la volta dei tre ricercatori, Lorenzo Gonfiantini, Irene Pompeo e Bendetta Salvi (con la collaborazione di Andrea Nanni ed Elisabetta Meccariello, che hanno fatto parte della redazione) che hanno messo nero su bianco storie ed emozioni. E i calenziani sono entrati a far parte della nostra vita.

(Fotografie Roberto Vicario)