Moschea, dopo la firma del Protocollo, una pioggia di reazioni

FIRENZE/SESTO FIORENTINO – Come era prevedibile, dopo la firma sul Protocollo per la realizzazione di una moschea a Sesto, moschea che dovrebbe essere pronta in tre anni, si è scatenata una pioggia di reazioni. Fra i primi a prendere la parola il sindaco di Firenze, Dario Nardella, negli ultimi giorni particolarmente “prodigo” di dichiarazioni per […]

FIRENZE/SESTO FIORENTINO – Come era prevedibile, dopo la firma sul Protocollo per la realizzazione di una moschea a Sesto, moschea che dovrebbe essere pronta in tre anni, si è scatenata una pioggia di reazioni. Fra i primi a prendere la parola il sindaco di Firenze, Dario Nardella, negli ultimi giorni particolarmente “prodigo” di dichiarazioni per quanto riguarda la Piana. “Trovo un errore continuare a fare il dibattito sulla moschea di Firenze quando si sta per parlare dell’apertura di una moschea a Sesto, nell’area metropolitana. Si cerca sempre l’occasione di discussione e di polemica. Ora si valorizzi questo, poi vedremo il resto”. E ancora: “La moschea che sorgerà a Sesto Fiorentino potrebbe essere la moschea anche di Firenze? A me – ha aggiunto Nardella – è stata presentata così, quando ne ho parlato sia con il rettore che con il cardinale. Non capisco perché si debba sminuire questo risultato molto significativo e confinarla. Con l’Imam ho un buon rapporto. Stiamo facendo molte cose insieme”.

Sull’argomento è intervenuto anche Paolo Sarti, consigliere regionale di Sì Toscana a sinistra: “L’unica reazione civile che si può avere davanti all’accordo raggiunto per la moschea di Sesto Fiorentino è applaudire, visti la disponibilità e l’impegno del sindaco Falchi e di tutti i soggetti coinvolti”. “Queste ore hanno dimostrato che i più oltranzisti contrari alla moschea di Sesto Fiorentino, nonostante il diretto ingresso in scena della Curia fiorentina, – ha aggiunto – sono alcuni esponenti di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e, in tutta la sua violenza, di Forza Nuova. Vista la posizione assunta dallo stesso cardinale Betori, qualche domanda gli amici del centrodestra che parlano di “Toscana a rischio islamizzazione”, inizino a porsela…”. Secondo Sarti, “ha comunque ragione l’Imam Izzeddin Elzir: quella di Sesto non è la moschea di Firenze. Come può il sindaco Nardella pensare una cosa del genere? O ha troppa paura in vista delle elezioni del 2019? Saremo a fianco della comunità islamica, nell’individuazione di un luogo fiorentino da destinare, finalmente, a un culto libero ed esercitato in condizioni dignitose”.

Infine ecco le parole di Maurizio Sangalli, presidente dell’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose che ospita la Scuola fiorentina per l’educazione al dialogo interreligioso e interculturale, che vede lavorare insieme ebrei, cattolici e musulmani: “L’accordo di Sesto Fiorentino per la costruzione di una nuova moschea è un passo importante per proseguire sul cammino di Firenze come città del dialogo. Troviamo particolarmente significativo che il terreno dove sorgerà la moschea di Sesto provenga da un accordo con l’Arcidiocesi di Firenze”. Tuttavia, “il tema di trovare in Firenze un terreno per la costruzione di una moschea per i musulmani è una questione che resta e resterà aperta. Con questo gesto la Chiesa fiorentina riafferma la sua alta tradizione di apertura al dialogo, nel solco di personaggi come i cardinali Dalla Costa, Benelli e Piovanelli.