Nuova legge regionale sul turismo, interviene Assohotel

SESTO FIORENTINO – La nuova legge sul turismo, dopo il via libera della giunta, sta per approdare sui banchi del consiglio regionale. Una legge che riguarda da vicino anche la Piana e sulla quale è intervenuta anche Cristina Pagani, presidente Assohotel Confesercenti Firenze. “L’attenzione – dice – di stampa e operatori del settore si sta […]

SESTO FIORENTINO – La nuova legge sul turismo, dopo il via libera della giunta, sta per approdare sui banchi del consiglio regionale. Una legge che riguarda da vicino anche la Piana e sulla quale è intervenuta anche Cristina Pagani, presidente Assohotel Confesercenti Firenze. “L’attenzione – dice – di stampa e operatori del settore si sta prevalentemente concentrando sulle disposizioni che riguardano i cosiddetti “affitti turistici” e le potenziali conseguenze che le nuove disposizioni potranno avere per il tessuto urbano e ricettivo. Non poteva essere altrimenti: la nuova normativa contiene tutta una serie di novità importanti per il settore, ma sicuramente la norma che introduce l’obbligo inderogabile di costituirsi impresa qualora si superi il tetto dei tre mesi di locazione annuale, è quella che potrebbe avere l’effetto più dirompente sul turismo toscano”. La Pagani poi entra nel merito della questione: “Noi l’abbiamo sostenuto durante il confronto con la Regione e lo ribadiamo adesso: questa norma, colmando un vuoto normativo di oltre 15 anni, introduce per la prima volta un limite alla diffusione drogata e irrazionale dei cosiddetti “affitti turistici”, e, come tale, va difesa e sostenuta a spada tratta. Non solo “dagli addetti ai lavori” ma anche e soprattutto da coloro che, nelle nostre città d’arte, continuano, nonostante tutto, a vivere e risiedere.  In questi ultimi giorni, gran parte della stampa fiorentina ha giustamente sottolineato il dato, estremamente negativo, del calo della popolazione residente in città: un trend importante, inarrestabile, che rischia (se non lo ha già fatto) di trasformare per sempre (e in peggio) una delle città più belle del mondo. Ebbene gran parte di questo fenomeno è proprio riconducibile all’affitto “compulsivo” di palazzi, appartamenti, condomini, case e abitazioni tramite Airbnb e quant’altro esiste in rete, senza nessuna regola particolare da seguire, tasse da versare, imprese da costituire. E ancora: senza dichiarare niente, presentare un modello F24, costituire una partita Iva, assumere nessuno (almeno in “chiaro”). Un formidabile investimento a rischio zero, che premia la rendita, mortifica chi vive del proprio lavoro o investe in imprese destinate comunque a crearlo. Un grande strumento di diseguaglianza fra chi, semplicemente, in città  riscuote gli affitti a “babbo morto” e chi invece è costretto a lasciarla perché strozzato dal combinato disposto carovita-servizi carenti”.