Nuove case al Crocifisso, si alza forte il coro di protesta dei cittadini: “Il Comune ci ripensi”. Oltre 150 le firme raccolte

SIGNA – Si alza forte, molto forte, il coro di protesta dei cittadini per dire no alle nuove urbanizzazioni nella zona del Crocifisso. Con tanto di raccolta firme (oltre 150 le adesioni) e una petizione che di fatto fa parte di un’osservazione al Piano operativo del Comune di Signa. Abbiamo fatto una “passeggiata” insieme a […]

SIGNA – Si alza forte, molto forte, il coro di protesta dei cittadini per dire no alle nuove urbanizzazioni nella zona del Crocifisso. Con tanto di raccolta firme (oltre 150 le adesioni) e una petizione che di fatto fa parte di un’osservazione al Piano operativo del Comune di Signa. Abbiamo fatto una “passeggiata” insieme a loro nell’area “incriminata” e che con questo intervento, in una porzione del territorio fra l’altro già compressa in modo considerevole dal punto di vista urbanistico, sarà stravolta e stravolgerà l’esistenza di tanti, non solo se si guarda all’ambiente, negli anni a venire. Il Piano operativo adottato dal consiglio comunale prevede infatti, nell’area di via Madre Teresa di
Calcutta, la creazione di vari immobili di due/tre piani fuori terra (dai 7 ai 9 metri), su circa 108.000 metri quadrati di superficie. Una città nella città.

Nel dettaglio si parla di 20.000 metri quadrati per nuove costruzioni a uso residenziale con 300 posti auto, più una trentina riservata ai camper, in un’area dove parcheggiare, soprattutto la sera quando tanti di loro rientrano dopo un’intensa giornata di lavoro, diventa un’impresa. Lo abbiamo toccato con mano anche noi cercando di parcheggiare in attesa di incontrarli e trovando posto soltanto al secondo giro in auto per via Maromme. Una preoccupazione non da poco, insomma, quella dei cittadini, evidenziata ancora di più da due aspetti: il primo, il più evidente, quello di ritrovarsi le terrazze delle future abitazioni a ridosso dei propri giardini e delle proprie finestre. Il secondo, ugualmente da non sottovalutare, legato agli effetti provocati dal rischo idrogeologico. Soprattutto in considerazione del fatto che sia a novembre del 2023 che all’inizio del mese di settembre, quando tutta la Piana fu colpita da un violento acquazzone, tanti garage e scantinati sono rimasti allagati.

Per non parlare poi del clima: passeggiando in via Maromme, ovvero in mezzo alle case, la temperatura percepita è decisamente superiore rispetto a via Madre Teresa di Calcutta dove invece adesso a farla da padroni sono il vede e i campi circostanti. Per non parlare delle problematiche che il transito di mezzi pesanti, al momento del via ai lavori, sarebbe destinato a provocare, ma anche dell’aumento del volume del traffico a causa del passaggio delle auto a conclusione dell’intervento. Un quadro della situazione sicuramente critico e che sta allarmando i cittadini che non hanno nascosto le loro preoccupazioni di fronte al nostro taccuino.

La richiesta che quindi fanno all’amministrazione comunale è semplice ed è quella di un ripensamento oltre all’eventuale accoglimento delle due osservazioni complessivamente presentate, che saranno oggetto di approfondimento e che stanno coinvolgendo anche alcune associazioni ambientaliste oltre all’interessamento di Gianni Vinattieri, capo gruppo di Uniti per Signa, e Mauro Golini, consigliere di Fratelli di Signa.