CAMPI BISENZIO – “In Italia l’investimento medio sulla rete è stato nettamente inferiore rispetto alla media europea. Questo ci porta ad avere un paese con una perdita media nazionale di circa il 42%. Significa che la metà dell’acqua che viene intercettata non arriva a destinazione. E questo oggi è inaccettabile, soprattutto perché questa situazione, a parte alcune aree dove si sta investendo, tende a peggiorare invece di migliorare”: lo ha detto, all’assemblea dell’Anci a Bologna, l’ad di Acea Fabrizio Palermo. “L’infrastruttura idrica – dice – è stata sempre per anni la “Cenerentola” delle infrastrutture. E oggi iniziamo a pagarne il conto. La realtà è che si assiste ad un problema molto significativo, non solo in Italia, ma anche in altri paesi: l’acqua significa sviluppo, sicurezza e salute e questa rischia di essere fortemente compromessa perché si è sottoinvestito in modo strutturale. A oggi c’è un tema cruciale: l’acqua è un bene che oggi nessuno di noi paga. Nel senso che quello che si paga è il servizio industriale, l’infrastruttura che oggi si paga anche a cifre molto contenute. In prospettiva è importante che sia chiaro anche al cittadino che quello che paga è anche il fatto di potersi fare un bagno in un mare pulito deriva dal fatto che paga la bolletta dell’acqua. Questo a mio avviso, a tanti non è evidente. Renderlo chiaro è una nostra responsabilità, di tutti. Su questo c’è la possibilità in prospettiva, a mio avviso, di forti investimenti che possono essere anche un volano per lo sviluppo del paese”
Palermo (Acea): “In Italia si è investito poco sulla rete idrica. Poco meno della metà dell’acqua intercettata va persa”
CAMPI BISENZIO – “In Italia l’investimento medio sulla rete è stato nettamente inferiore rispetto alla media europea. Questo ci porta ad avere un paese con una perdita media nazionale di circa il 42%. Significa che la metà dell’acqua che viene intercettata non arriva a destinazione. E questo oggi è inaccettabile, soprattutto perché questa situazione, a […]
