SESTO FIORENTINO – “E’ ben presente a tutti i cittadini di Sesto che la politica amministrativa stenta a decollare; la giunta di governo, nell’anno trascorso, ha amministrato la città gestendo progetti già “coniugati” negli anni precedenti”. E’ quanto sostiene in una nota il Partito Socialista. Secondo il gruppo politico “l’amministrazione ha rispolverato un problema nuovo che tale non è, cioè, ha recuperato il tema dello sviluppo del territorio integrato. Sì, avete inteso bene: è stato posto all’attenzione dei cittadini un tema che rimanda al bagaglio storico della vita amministrativa dei Comuni: l’elaborazione di un progetto per dare vita all’Unione dei Comuni della Piana”. Una questione, quella dell’Unione dei Comuni che, secondo il Partito Socialista era già stata trattata: “Allora come ora – prosegue la nota – era avvertita l’esigenza di realizzare un governo del territorio le cui decisioni non rappresentassero la sommatoria di decisioni di enti diversi: un progetto redatto con un lessico uniforme e con una conoscenza del territorio condivisa. Le buone intenzioni cozzarono contro volontà politiche che non digerivano rafforzamenti di nuove realtà amministrative”.
Esempio di “unione dei Comuni” è il lavoro comune sul piano strutturale delle amministrazioni di Sesto e di Calenzano: “L’iniziativa “Sesto e Calenzano, un Piano Strutturale per due” – prosegue la nota – si propone di ridefinire gli stessi obiettivi, anche se in modo molto parziale. Registriamo molti elementi di criticità. In materia di governo del territorio è già intervenuta la Città Metropolitana ed è in vigore il Piano di Indirizzo Territoriale. Le specificità condivise in materia di riuso degli spazi, mobilità sostenibile, parco della Piana, aree collinari, contenimento dell’espansione urbanistica, hanno già ricevuto adeguate sistemazioni urbanistiche. Inoltre il settore urbanistico registra, da tempo, inefficienze organizzative, gestionali e deficienze di organico; e ancora non siamo dell’avviso che si possa intervenire nel nuovo Piano facendo riferimento esclusivamente alle consulenze. Le razionalizzazioni organizzative, l’ottimizzazione delle risorse non devono deprimere le professionalità; abbiamo qualcosa da salvaguardare. Si può e si deve intervenire diversamente evitando di mortificare professionalità diffuse del nostro territorio”.