Regione, c’è la giunta. Fra volti nuovi e uno spostamento (tutto) a sinistra. Saccardi presidente del consiglio

FIRENZE – La dodicesima legislatura ha preso ufficialmente il via alle 16.16 di lunedì 10 novembre. Con i primi adempimenti burocratici, l’insediamento dei consiglieri e, dopo una sospensione di una mezz’ora abbondante, richiesta da Fratelli d’Italia, evidentemente per limare gli ultimi dettagli, la nomina di Stefania Saccardi come presidente del Consiglio regionale, eletta praticamente all’unanimità […]

FIRENZE – La dodicesima legislatura ha preso ufficialmente il via alle 16.16 di lunedì 10 novembre. Con i primi adempimenti burocratici, l’insediamento dei consiglieri e, dopo una sospensione di una mezz’ora abbondante, richiesta da Fratelli d’Italia, evidentemente per limare gli ultimi dettagli, la nomina di Stefania Saccardi come presidente del Consiglio regionale, eletta praticamente all’unanimità su proposta “diretta” da parte del confermato presidente della Regione, Eugenio Giani. “Dovremo dimostrare in quest’aula – ha detto Saccardi – che la politica è una cosa seria e dovremo dimostrarlo soprattutto a tutti coloro che non sono andati a votare”. Vice-presidenti, invece, come da indicazioni dei rispettivi schieramenti, sono stati eletti Antonio Mazzeo (Pd), presidente del consiglio uscente, e Diego Petrucci (Fratelli d’Italia).

Poi, dopo avere enunciato quelle che saranno le linee guida della legislatura, il presidente Giani ha ufficializzato la giunta che lo accompagnerà nei prossimi cinque anni. A partire dalla vicepresidente Mia Diop, consigliera comunale a Livorno, mentre Bernard Dika sarà il sottosegretario, entrambi del Partito Democratico. Quindi gli assessori: Monia Monni, Leonardo Marras, Alessandra Nardini, Filippo Boni (tutti in quota Pd), Cristina Manetti (lista Giani-Casa Riformista), David Barontini (Movimento 5 Stelle) e Alberto Lenzi (Avs). Le deleghe saranno comunicate nei prossimi giorni, mentre, con questa nomina, Dika diventa il più giovane componente della giunta toscana e il primo sottosegretario alla presidenza nella storia della Regione. “Nella prossima seduta del Consiglio regionale – ha detto Giani – sarà illustrato e approvato il programma di governo per il prossimo quinquennio. I componenti della giunta rappresentano le diverse competenze e sensibilità”.

Approfondendo la composizione della giunta, invece, Bintou Mia Diop: 23 anni, livornese, è uno dei volti più giovani del Pd targato Schlein, dove siede in direzione nazionale. E’ questa la novità di rilievo (e last minute) della nuova giunta a otto, quattro donne e quattro uomini, guidata da Eugenio Giani. Dopo un vortice di tavoli, riunioni e confronti (l’ultimo in Consiglio regionale, poco prima dell’inizio della seduta che inaugura la legislatura, tra il segretario del dem toscani, Emiliano Fossi, Marco Furfaro e lo stesso Giani), la Toscana ha il suo governo. Oltre a Monni e Mia Diop, confermati Leonardo Marras e l’orlandiana Alessandra Nardini. Il quinto assessore espresso dal Pd è Filippo Boni, per la provincia di Arezzo. Dopo la cinquina degli assessori dem (di cui quattro schleiniani e uno, Marras, di area riformista) la giunta fotografa il campo largo con l’ingresso di Alberto Lenzi per Avs e David Barontini, il tecnico voluto dal M5S. Cristina Manetti entra in quota Casa Riformista. E fonti sottolineano la parte svolta in questa fase proprio da Manetti: la quadra sarebbe arrivata anche grazie al ruolo di raccordo tra il Pd e Giani interpretato dalla coordinatrice della lista Casa Riformista nella fase più serrata delle trattative. 

Fuori dagli otto finiscono Simone Bezzini, l’ex assessore alla sanità su cui si è consumato un braccio di ferro per giorni. Ma anche Serena Spinelli, che raccontano assai irritata per la bocciatura al fotofinish, visto che il nome dell’ex assessore al sociale pare fosse inserito nella lista con cui Giani si è presentato a palazzo del Pegaso. Fuori anche mister preferenze, Matteo Biffoni: neppure il recordman dei consensi, con 22.000 crocette, siederà in giunta. Capitolo deleghe: Monni alla sanità è cosa certa. Marras potrebbe essere riconfermato all’economia, così come Nardini a formazione e lavoro. A Boni potrebbero andare le Infrastrutture e i trasporti, a Manetti la cultura. A Barontini l’ambiente, mentre a Lenzi l’agricoltura. Infine, a Mia Diop potrebbero toccare le politiche giovanili e le pari opportunità.