Schiva, evita, tuffati: era palla avvelenata, ora si chiama “dodgeball”. A Spazio Reale i campioni del domani

CAMPI BISENZIO – Schiva, evita, piega, tuffati. Quattro semplici movimenti che, messi insieme, diventano “dodgeball”. Che poi altro non è che la versione aggiornata della ben più nota palla prigioniera (o palla avvelenata) in cui due squadre, senza mai venire a contatto, si tirano un pallone per eliminarsi a vicenda (vince chi butta fuori più […]

CAMPI BISENZIO – Schiva, evita, piega, tuffati. Quattro semplici movimenti che, messi insieme, diventano “dodgeball”. Che poi altro non è che la versione aggiornata della ben più nota palla prigioniera (o palla avvelenata) in cui due squadre, senza mai venire a contatto, si tirano un pallone per eliminarsi a vicenda (vince chi butta fuori più avversari). Un gioco che in tanti abbiamo e avrete sicuramente fatto da bambini. Un gioco che adesso è anche disciplina sportiva e che domenica prossima, 14 gennaio, sarà al centro del “D-Day”, ovvero un’intera giornata dedicata al “dodgeball”, alle categoria maschile e femminile Under 12. Dove? A Spazio Reale, con inizio alle 9.30, grazie alla collaborazione con il Centro Sportivo Italiano. Dall’inizio degli anni Duemila, infatti, il gioco made in Usa ha già fatto impazzire gli americani che nel giro di una decina di anni hanno creato una lega e una federazione internazionale per organizzare il Mondiale. In Italia, invece, è ancora poco conosciuto. Almeno fino a ora. Gli ultimi in ordine di tempo ad aver avuto l’idea di trasformare una disciplina nata nelle palestre di ogni scuola del mondo e farla diventare uno sport vero e proprio – che si gioca solitamente sei contro sei con altrettanti palloni su un campo delle dimensioni di quello da volley – sono quelli di Dodgeball Italia. In realtà, questo gioco non è una novità assoluta per l’Italia, visto che lo sbarco del remake della palla prigioniera dalle nostre parti risale al 2007 per merito del Comitato provinciale di Ravenna, che nel 2011 ha creato l’Associazione italiana dodgeball (Aidb), riconosciuta dalla European dodgeball federation (Edbf) e affiliata al Centro sportivo italiano (Csi). Eppure il “dodgeball” non è così sconosciuto al grande pubblico: nel 2004 negli Usa ci hanno fatto anche un film con Ben Stiller e Vince Vaughn – “Dodgeball: a true underdog story” (in Italia è stato tradotto più semplicemente, “Palle al balzo”) – che ha sbancato al botteghino d’Oltreoceano. Costata poco più di 20 milioni di dollari (circa 15 milioni di euro) e con la partecipazione straordinaria di Lance Armstrong, Chuck Norris e David Hasselhoff, la pellicola ne ha incassati, solo negli Stati Uniti, 114 milioni (poco meno di 90 milioni di euro). All’estero è stata molto apprezzata soprattutto Gran Bretagna (oltre 25 milioni di euro l’incasso al box office). E non è un caso, visto che la nazionale inglese ha vinto tutte e cinque le edizioni degli Europei di “dodgeball” organizzati dall’Edbf. Come già detto in precedenza, si gioca in sei contro sei, a inizio partita le palle sono situate sulla linea di metà campo, in una zona neutra della larghezza denominata “dead zone”, mentre i giocatori sono fermi dietro la propria linea di fondo campo, pronti a partire al fischio dell’arbitro per conquistare il maggior numero di palle prima degli avversari. Si gioca su un campo che ha le stesse dimensioni di quelli da pallavolo e l’obiettivo è quello di eliminare tutti i giocatori della squadra avversaria, senza venire eliminati. Dal 2013, il regolamento ufficiale utilizzato in Italia è lo stesso come per l’Europa.