Tra l’Osmannoro e Monte Morello si studia la quarta dimensione

SESTO FIORENTINO – Tra l’Osmannoro e Monte Morello qualcuno sta studiando la quarta dimensione. Non è fantascienza, ma quello che accade quotidianamente in uno dei laboratori del Lens (Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare) dell’Università di Firenze, al Polo scientifico. Qui si portano avanti progetti scientifici che competono con il mondo. Studi per i quali […]

SESTO FIORENTINO – Tra l’Osmannoro e Monte Morello qualcuno sta studiando la quarta dimensione. Non è fantascienza, ma quello che accade quotidianamente in uno dei laboratori del Lens (Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare) dell’Università di Firenze, al Polo scientifico. Qui si portano avanti progetti scientifici che competono con il mondo. Studi per i quali l’Italia e Sesto Fiorentino non solo non sono una Cenerentola, ma dei giganti.

A farci da Cicerone è il ricercatore Carlo Sias, di origini cagliaritane (“a cui devo la mia caparbietà”), nemmeno 40 anni, che prima di approdare al Lens, ha lavorato per le Università di Roma, Pisa e Cambridge. Sias, cevello italiano che ha deciso di tornare in patria a differenza di tanti altri suoi colleghi, lavora all’Inrim di Torino e segue un progetto al Lens di Sesto. “Qui al Lens moltissimi ricercatori sono under 40 – spiega Sias – e in otto anni, ben 9 ricercatori hanno ottenuto fondi europei Erc per i loro progetti. Un progetto a cui sto lavorando insieme ad altri colleghi ha ottenuto un finanziamento di un milione e mezzo di euro dall’Europa più mezzo milione dal Ministero”.

I finanziamenti servono soprattutto per comprare la strumentazione per il progetto, che gli studiosi stanno assembleando e creando volta volta. Tra l’altro parte della strumentazione proviene da aziende della Piana, in particolare di Sesto e di Calenzano. Sias e i suoi colleghi stanno lavorando con l’infinitamente piccolo e l’infinitamente freddo per riuscire a costruire computer quantistici. Questo studio è stato anche recentemente pubblicato su “Science”, la “bibbia” delle riviste scientifiche. Gli atomi di itterbio vengono sospesi con un laser in un ambiente molto freddo, poi vengono trasportati in un vuoto a temperature bassissime, che non si trovano in natura. I ricercatori hanno scoperto che questi atomi si comportano secondo le regole della meccanica quantistica e tendono a muoversi in modo coerente, “un po’ come dei bambini – spiega Sias – che saltano su un tappeto elastico: all’inizio tutti in maniera diversa e poi piano piano in maniera simile”. Gli atomi vengono sottoposti a campi magnetici indotti dalla luce laser e creando un’altra dimensione si possono osservare sei spin, orientamenti diversi che corrispondono ad altrettante posizioni lungo questa nuova dimensione dello spazio.

Questi studi porteranno alla costruzione di computer quantistici, dicono i ricercatori. Oppure, chissà, di una macchina per il teletrasporto. Affascinante pensare che il Polo scientifico sia un po’ come l’Enterprise di Star Trek. E chi l’avrebbe detto che succede a pochi metri da noi.