Un prestito sociale per le famiglie colpite dalla crisi

SESTO FIORENTINO – Tremila euro possono fare la differenza, possono in qualche caso evitare a una famiglia di passare dall’altro lato, quello della marginalità e del disagio. Pur sapendo che con tremila euro non si diventa ricchi, si può però aiutare qualcuno che si trova in un momento difficile a “rimettersi in carreggiata”. E’ l’obiettivo […]

SESTO FIORENTINO – Tremila euro possono fare la differenza, possono in qualche caso evitare a una famiglia di passare dall’altro lato, quello della marginalità e del disagio. Pur sapendo che con tremila euro non si diventa ricchi, si può però aiutare qualcuno che si trova in un momento difficile a “rimettersi in carreggiata”. E’ l’obiettivo del progetto del prestito sociale, finanziato dalla Regione Toscana e presentato dalla Caritas diocesana di Firenze che è capofila di un gruppo di soggetti, tra cui associazioni di volontariato e la Società della Salute del Nord Ovest. Il progetto è stato presentato stamani in Comune a Sesto dal direttore della Caritas Alessandro Martini e da Caterina Conti presidente della Sds del Nord Ovest. “La Regione ha finanziato due progetti – ha spiegato stamani Conti – uno generale con 150mila euro e uno rivolto specificamente alle donne con 75mila euro. La cifra complessiva, 225mila euro, andrà suddivisa sul territorio degli otto Comuni della Società della salute”. Unico appunto, ha fatto notare il presidente, è che “la Regione nel bando del finanziamento, non ha coinvolto gli enti pubblici e siamo molto contenti che invece le realtà della Caritas e delle altre associazioni ci abbiano cercato”.

Il progetto di prestito sociale è rivolto in prima battuta a quelle famiglie che non usufruiscono già di altri aiuti e sostegni da parte dei servizi sociali. “L’idea è che una famiglia che finora non ha avuto grandi problemi – ha spiegato il direttore della Caritas Martini – possa trovarsi per colpa della crisi in una situazione di emergenza. Faccio l’esempio della rottura dell’auto per chi lavora spostandosi e rischia di perdere l’unico lavoro che mantiene la famiglia o di una cartella di Equitalia arrivata dopo la perdita dell’impiego. Si possono prestare fino a 3mila euro, valutando caso per caso. Le persone in prima battuta si rivolgono ai centri di ascolto e saranno i tutor a segnalare i casi adatti a poter chiedere il prestito sociale”.

La cifra si può rendere senza interessi e, in alcuni casi, le rate possono essere convertite in ore di lavoro socialmente utile presso le associazioni. “Ma puntiamo a far sì che le persone restituiscano la somma – ha spiegato uno dei coordinatori del progetto Stefano Ciappelli – non solo per rimettere in circolo dei fondi da poter riutilizzare con lo stesso scopo, ma soprattutto per mettere in grado quella persona di dire: ce l’ho fatta a uscire da questa situazione, ho restituito il prestito”.

I punti di ascolto a cui rivolgersi sono quello di via Imbriani a Sesto Fiorentino, valido anche per i residenti di Fiesole e Vaglia; la Caritas a Calenzano, Signa, Scandicci e Campi Bisenzio; la Misericordia di Lastra a Signa per Lastra e Scandicci; il circolo Arci Stella rossa per Signa; la Pubblica assistenza di Campi. “Sono 30 i volontari che sono stati formati per ascoltare e capire quali siano i casi che possono rientrare nel prestito sociale – ha spiegato un altro coordinatore – e si riuniranno due volte al mese per confrontarsi con la ‘regia’ formata da Caritas, Società della salute e le altre associazioni di volontariato con cui collaboriamo”. Sarà questa regia, coordinatrice del progetto, a decidere in ultima analisi se accettare le domande e in che misura verranno stanziati i fondi. Chi è interessato a sapere come funziona il progetto, può anche vedere il sito della Regione Toscana

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