CAMPI BISENZIO – Un migliaio di persone hanno attraversato l’Osmannoro a piedi dalla zona della Motorizzazione a Sesto fino al centro di Campi per protestare contro i progetti che porterebbero all’assoluta rovina della Piana fiorentina e all’innalzamento dei pericolo sanitari per le popolazioni che vi risiedono.
Un migliaio i partecipanti molti dei quali provenienti anche da fuori della Piana per dimostrare che il problema non è una sindrome “Nimb” (Not in My Backyard, no nel mio giardino) ma una reale presa di coscienza delle problematiche legate alla termocombustione dei rifiuti e all’intensificazione dell’operativotà di aeromobili nello scalo fiorentino.
La lotta dei comitati contro l’inceneritore non finsice qui perché, forti di dati confortanti provenienti da altre località (la provincia di Reggio Emilia e la provincia di Pistoia, i comuni dell’Empolese-Valdelsa e da Capannori), hann orafforzato la loro convinzione che sia possibile una pratica diversa rispetto all’incenerimento: intensificare la raccolta differenziata, produrre meno rifiuti all’origine, realizzare una filiera di recupero delle materie prime e riciclabili. Anzi, dicono in molti, dai rifiuti si può creare nuova ricchezza per la collettività operando in un senso positivo che sottragga alla malavita organizzata il controllo del settore snaltimento.
Alla manifestazione, organizzata dai comitati, hanno aderito in forme diverse anche il Movimento 5 stelle e Forza Italia.
In tarda serata un portavoce degli organizzatori della manifestazione ha cntestato l’adesione espressa da Forza Italia al corteo del pomeriggio spiegando che i ocmitati non avessero ricevuto alcune richiesta o comunicazione in tal senso e che, di conseguenza, qualsiasi dichiarazione di Forza Italia per un’ipotetica adesione non è una dichiarazione fine a se stessa.
Per completezza di informazione, come ha fatto notare alla nostra redazione nella giornata di domenica 8 dicembre Fedele Fante, alla manifestazione aveva aderito anche l’Idv di Campi.
Guarda la foto gallery realizzata da Roberto Vicario.
