Polvere, silenzio, speranze: il racconto dei volontari di Croce Viola a Amatrice

AMATRICE – Distruzione, case squarciate, silenzio irreale, polvere. Ma anche tante divise di tutti i colori, mani che scavano o che confortano. Nella tragedia del terremoto del centro Italia c’è anche la faccia del volontariato, quella di tante persone partite da tutta Italia. Tra i volontari appena tornati ci sono anche quelli della Croce Viola […]

AMATRICE – Distruzione, case squarciate, silenzio irreale, polvere. Ma anche tante divise di tutti i colori, mani che scavano o che confortano. Nella tragedia del terremoto del centro Italia c’è anche la faccia del volontariato, quella di tante persone partite da tutta Italia. Tra i volontari appena tornati ci sono anche quelli della Croce Viola – Pubblica assistenza di Sesto Fiorentino che formano il Nucleo documentazione di Anpas Toscana che è partito insieme alla colonna mobile Toscana di Protezione civile e che è stato al campo di Cornillo nuovo. Proprio per questo i volontari dell’associazione hanno deciso di destinare i fondi che l’associazione sta raccogliendo a un progetto di ricostruzione della frazione di Cornillo. Per donare, si può fare un versamento al conto corrente (qui le info https://www.facebook.com/Croceviola/?hc_ref=NEWSFEED&fref=nf) .

“Abbiamo aiutato a montare le tende e a portare le persone sfollate – spiega il vicepresidente dell’associazione, Vander Savoia – e oltre a questo il Nucleo documentazione si è occupato di fornire parabola e elettricità, sia alle persone che avevano bisogno di comunicare con i parenti, dato che internet non era disponibile, sia ai mezzi di comunicazione e ai giornalisti arrivati per raccontare quello che stava accadendo. Il Nucleo ha inoltre come obiettivo quello di raccontare ciò che fa il mondo del volontariato, in particolare delle Pubbliche assistenze, e come funziona la macchina del soccorso anche in questi frangenti”. Una cosa che colpisce i volontari in queste situazioni sono i sorrisi e i ringraziamenti delle persone che, nonostante colpite dal sisma, trovano parole di gentilezza. “Una signora che ho accompagnato al campo – spiega Savoia – mi ha detto che non sapeva come sdebitarsi con i volontari che erano presenti da tutta Italia. Le ho risposto che un sorriso sarebbe bastato e l’abbraccio che mi ha dato lo riporto a casa come la cosa più importante che ho vissuto in questi giorni”.

“Sono stati due i momenti contrapposti che mi porto dietro di questi giorni a Cornillo – racconta Elisa Testa, giovane volontaria sestese – la prima è stato quando purtroppo sono uscite le salme dalla zona rossa in un silenzio irreale e totale, persino i cani dei cinofili non hanno abbaiato. Silenzio e rispetto, perché in quel momento ti rendi conto che non si può più fare niente. E invece due giorni dopo quando abbiamo sentito la sirena di un’ambulanza che correva verso la zona rossa. Tutti i volontari si sono guardati e abbiamo pensato la stessa cosa: che qualcuno poteva ancora essere salvato e lo abbiamo sperato davvero”. Elisa ha parlato con tanti soccorritori da tutta Italia. “I ragazzi de L’Aquila mi hanno detto che per loro era una ferita aperta rivedere queste tragedie ma che proprio per questo dovevano esserci. Hanno detto di non essere stati lasciati soli e che quindi a loro volta non potevano lasciare sole le persone di Amatrice”.

“In questi giorni mi hanno chiesto in tanti come si poteva partire per aiutare – conclude Elisa – ed è bello ma è importante ricordare che la Protezione civile si fa in tempo di pace, nel senso che occorre frequentare un corso e prepararsi in una delle tantissime associazioni che lo fanno e fanno parte di un coordinamento e di una macchina del soccorso. Così da essere utili quando purtroppo arriva il momento in cui c’è bisogno”.

Questo il video girato dal Nucleo documentazione di Anpas Toscana