Sinistra Italiana commissariata in Toscana, Andrea Tagliaferri non ci sta e riconsegna anche la tessera al partito

CAMPI BISENZIO – “E’ con estremo rammarico che sono a comunicare le mie dimissioni da ogni organo politico di Sinistra Italiana con conseguente consegna della mia tessera di iscrizione al partito. Tutto ciò è scaturito dalla decisione della Direzione nazionale di commissariare la federazione regionale toscana. Pur non facendo parte direttamente degli organi politici trovo […]

CAMPI BISENZIO – “E’ con estremo rammarico che sono a comunicare le mie dimissioni da ogni organo politico di Sinistra Italiana con conseguente consegna della mia tessera di iscrizione al partito. Tutto ciò è scaturito dalla decisione della Direzione nazionale di commissariare la federazione regionale toscana. Pur non facendo parte direttamente degli organi politici trovo l’atto del commissariamento brutale, umiliante e lontano dagli strumenti propri della politica”: è una lunga lettera quella che Andrea Tagliaferri, ex consigliere comunale di Sinistra Italiana (nella foto), ha inviato al segretario del partito a Campi Bisenzio, Andrea Morreale, al segretario regionale Alessia Petraglia, all’assemblea degli iscritti di Sinistra Italiana, alla direzione nazionale di Sinistra Italiana e al segretario nazionale Nicola Fratoianni. Parole dure ma che sono la conseguenza della notizia del commissariamento del partito in Toscana: una decisione arrivata durante una direzione nazionale che qualcuno ha definito “seria e discussa”, qualcun altro “agitata”. “Una sorte condivisa con la sezione di Genova – come si può leggere sul quotidiano “La Repubblica” – e che avrebbe un motivo scatenante: l’alleanza elettorale con il Pd e quello che ne è conseguito”. 

“Ero certo, così come accade ogni volta dopo un importante appuntamento elettorale, – aggiunge – che il nostro partito avrebbe attraversato una fase di discussione interna, anche aspra, ma che si sarebbe svolta attraverso le classiche regole (assemblee, congressi…) che nobilitano l’esercizio politico. Quando ho partecipato a fondare Sinistra Italiana nel vicino 2015 ero un ventitreenne appena uscito da un partito che aveva cessato di accogliere idee e prospettive diverse da quelle del cosiddetto “capo politico”. Quel partito era il Partito Democratico e il suo segretario era Matteo Renzi. Le speranze che ho riposto nel progetto di Sinistra Italiana e nel suo gruppo dirigente erano molte. Ritengo in questi anni dalla fondazione del partito di avere fatto il mio lavoro di militante egregiamente, anzi qualcosa in più, ho rappresentato Sinistra Italiana nel consesso democratico più importante della mia città, il consiglio comunale. Esatto, a Campi Bisenzio come in Toscana Sinistra Italiana è esistita davvero. Abbiamo promosso un partito irrilevante sul piano politico nazionale con il proprio simbolo per anni, senza alcuna proiezione nazionale ma solo con la forza e il sacrificio dei compagni dediti ad un progetto in cui molto spesso ci hanno creduto più loro che i nostri referenti nazionali; questo lavoro costante ha ottenuto risultasti enormi sotto il profilo identitario e dei consensi”.

“Sinistra Italiana a Campi Bisenzio, nella Piana fiorentina e in Toscana ha sempre raggiunto i migliori risultati sul piano elettorale e da questo territorio è sempre arrivato un esempio concreto per il progetto nazionale che diversamente ha sempre tardato a decollare. Come in ogni fase pre-elettorale, sentiti gli iscritti, questo territorio ha posto forti dubbi sulle alleanze poste in essere dal gruppo dirigente nazionale; basti pensare che a Campi Bisenzio dopo anni di opposizione al Partito Democratico ci siamo trovati non soltanto alleati con il Pd e a tratti anche con Azione, ma anche con candidato uninominale il nostro sindaco appena dimesso con conseguente commissariamento del Comune. Così come a Campi Bisenzio anche molti compagni toscani, laddove da anni lavorano sull’identità del partito, hanno espresso forti dubbi su questo tipo di percorso e alcuni, delusi, hanno espresso voto contrario. Come in premessa, mi aspettavo un confronto post elettorale fatto di analisi, congressi e sfiducie ma tutto legittimamente all’interno del perimetro di un dibattito politico”.

“Il commissariamento è altro. Pur non facendo parte degli organismi regionali, considerando però legittime quelle posizioni, – conclude – sento sulla mia pelle tutta l’umiliazione di un’offesa, dopo anni di sacrifici, atti amministrativi scritti e conferenze stampa sotto il logo di Sinistra Italiana mi è stata tolta la dignità del mio pensiero. Amaramente, pur non condividendo il percorso di alleanze e le liste dei candidati il 25 settembre ho sostenuto Sinistra Italiana, non abbastanza per qualcuno, compatibilmente con la convinzione personale che avevo, per me e altri. Questo non può giustificare la censura al dibattito e l’evizione degli strumenti democratici verso l’istituzione di un regime prefettizio. Questo segna per me un passato già vissuto e con orgoglio decido di sospendere la mia attività sicuro di trovare nella società e nella politica un luogo di confronto sinceramente democratico. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i compagni ricordando le numerose vittorie, quelle vere, quelle che antepongono l’interesse dei tanti a quello dei singoli”.