4 novembre 1966: era un venerdì mattina…

SESTO FIORENTINO – Il 4 novembre 1966 a Firenze era un venerdì mattina. Proprio come oggi. Le acque superarono le spallette dei lungarni e sommersero i quartieri storici, raggiungendo in alcuni punti i 5 metri di altezza e formando un lago di circa 40 kmq di superficie. In città i morti furono 17, altrettanti quelli […]

SESTO FIORENTINO – Il 4 novembre 1966 a Firenze era un venerdì mattina. Proprio come oggi. Le acque superarono le spallette dei lungarni e sommersero i quartieri storici, raggiungendo in alcuni punti i 5 metri di altezza e formando un lago di circa 40 kmq di superficie. In città i morti furono 17, altrettanti quelli nelle zone limitrofe. I danni materiali furono gravissimi: alla fine risultarono distrutti o danneggiati 9.752 negozi, 8.548 botteghe, 248 alberghi, 600 insediamenti produttivi, 13.943 abitazioni, migliaia di automobili. L’evento lasciò disoccupate oltre 30.000 persone. Il bilancio dei danni venne aggravato ulteriormente dalla perdita del patrimonio artistico e culturale. L’acqua e il fango, carichi della nafta raccolta dai diversi serbatoi cittadini, raggiunsero gli Uffizi, la Biblioteca Nazionale, Santa Croce, il battistero di San Giovanni, i musei Archeologico e del Bargello, la Biblioteca Nazionale. Molti capolavori vennero danneggiati, tra di essi il crocifisso di Cimabue, dipinti di Botticelli, Paolo Uccello e Vasari, insieme con altre 1.500 opere d’arte e 1.300.000 volumi della Biblioteca Nazionale. L’impatto emotivo della devastazione fece scattare una mobilitazione generale: da più parti vennero raccolti fondi e migliaia di giovani arrivarono da tutto il mondo per dare il loro contributo alla salvezza delle opere d’arte e dei libri, strappandoli letteralmente dall’acqua oleosa e dal fango. E anche grazie a loro molto fu recuperato, ma ancora oggi, a cinquant’anni dall’alluvione, restano ancora da restaurare dipinti, affreschi e arredi sacri. Il costo dei danni causati dagli eventi alluvionali del novembre 1966 (i quali provocarono complessivamente oltre 130 morti, quasi 400 feriti e almeno 78.000 tra sfollati e senzatetto) venne stimato in circa 1000 miliardi di lire, dei quali poco meno della metà (400 miliardi di lire) imputabili all’inondazione dell’Arno a Firenze. Nei dieci anni successivi lo Stato ha speso 10.299,5 miliardi di lire, la cifra più elevata spesa per rimediare ai danni prodotti da un evento idrogeologico in Italia. Dal 1970 al 2012, la porzione dell’accisa sui carburanti che si riferisce all’alluvione di Firenze ha portato nelle casse dello Stato 4,8 miliardi di euro.