Pulzeta, lavoratori senegalesi protestano per il mancato rispetto dei diritti

CALENZANO – Si sono ritrovati da un momento all’altro senza lavoro: per 15 lavoratori, tutti di origine senegalese, che lavoravano alla Pulzeta, l’azienda di via delle Calandre, di proprietà cinese che si occupa della pulimentatura di accessori metallici per conto dei grandi marchi della moda. Stamani i lavoratori hanno protestato davanti ai cancelli dell’azienda dove […]

CALENZANO – Si sono ritrovati da un momento all’altro senza lavoro: per 15 lavoratori, tutti di origine senegalese, che lavoravano alla Pulzeta, l’azienda di via delle Calandre, di proprietà cinese che si occupa della pulimentatura di accessori metallici per conto dei grandi marchi della moda. Stamani i lavoratori hanno protestato davanti ai cancelli dell’azienda dove lavorano in totale 120 persone. I lavoratori si sono trovati senza stipendio e in condizione di estrema precarietà. “Nessun diritto – dicono alcuni di loro – ci hanno chiesto di lavorare anche 10 ore al giorno, ma non sempre siamo stati pagati per l’orario svolto così come non abbiamo ferie. Situazioni che la Fiom Cgil vuole chiarire. Davanti allo stabilimento della Pulzeta, ex Metalucido, erano presenti questa mattina tutti i dirigenti della segreteria Fiom Cgil. I 15 lavoratori senegalesi facevamo parte come tutti gli altri lavoratori della ex Metalucido ed avevano il contratto a tempo inderminato. Alla chiusura della Metalucido sono passati tutti alla Pulzeta, ma ai 15 lavoratori è stato proposto il contratto a tempo determinato con scadenza il 30 aprile scorso. “Non avendo saputo nulla – dicono i lavoratori – il 2 maggio ci siamo presentati al lavoro e solo allora abbiamo saputo che il nostro rapporto lavorativo era concluso”.  All’interno della Pulzeta lavorano persone di etnie diverse come cinesi, italiani e senegalesi. I lavoratori chiedono il rispetto dei loro diritti e il pagamento delle spettanze arretrate.

“Chiediamo alla Regione un incontro urgente sulla vicenda – dice Daniele Calosi della Fiom Cgil – e poi scriveremo al consolato senegalese per mettere a conoscenza di questa situazione per ripristinare la legalità nello stabilimento di via delle Calandre. Valuteremo se ci sono gli estremi per fare un esposto alla Procura della Repubblica”.