CALENZANO – Va in scena lo spettacolo su Valibona, storia conosciuta non solo a Calenzano e Campi Bisenzio, ed è subito polemica. Spettatori di questa messa in scena, gli studenti, la scuola quindi nel suo complesso i cui educatori sicuramente conoscevano il testo e la vicenda, eppure lo spettacolo genera proteste. Sulla vicenda l’Anpi calenzanese e il suo segretario locale Simone Liguori ha inviato una lettera al dirigente dell’Istituto comprensivo di Calenzano.
“Come ANPI, – si legge nella lettera – impegnati nella valorizzazione e promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione antifascista, stigmatizziamo l’atteggiamento polemico e superficiale relativo alla rappresentazione di uno spettacolo teatrale pensato per i bambini, presentato a settembre alla biblioteca Civica e inserito quindi nella programmazione scolastica, finanziato dal Comune e approvato dalla scuola senza alcuna richiesta di chiarimento”.
Una contestazione è stata quelle di uno spettacolo violento.
“Anche i riferimenti all’eccessiva violenza appaiono più che altro strumentali: – prosegue la lettera dell’Anpi – cartoni, film e videogiochi per bambini fanno riferimenti – ahimè – continui alla violenza; viceversa la storia di Valibona, e più in generale della Resistenza, relega la violenza a un contesto di guerra che è esplicitamente stigmatizzato dalla cultura antifascista”. E.A.
Ecco la lettera che pubblichiamo integralmente
“Gentile D.S. Giuseppe Tito – Istituto comprensivo di Calenzano,
Le scrivo in qualità di segretario della Sezione di Calenzano dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) a seguito dei fatti e degli eventi legati alla rappresentazione teatrale “La favola di Valibona”.
Come ANPI, impegnati nella valorizzazione e promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione antifascista, stigmatizziamo l’atteggiamento polemico e superficiale relativo alla rappresentazione di uno spettacolo teatrale pensato per i bambini, presentato a settembre alla biblioteca Civica e inserito quindi nella programmazione scolastica, finanziato dal Comune e approvato dalla scuola senza alcuna richiesta di chiarimento.
Purtroppo, in tempi di drammatico attacco alla memoria pubblica, appare davvero inopportuno nei modi e nei contenuti, il comportamento di chi pare aver politicizzato una manifestazione che dovrebbe essere patrimonio comune e condiviso. Stupisce peraltro l’atteggiamento da parte della scuola che prima approva un progetto e poi lo contesta.
Crediamo invece che, al di là del fatto che il testo fosse conosciuto o meno (come avrebbe dovuto), gli assessori Laura Maggi (Istruzione) e Irene Padovani (Cultura), abbiano proposto un racconto adeguato al ciclo scolastico, semplice e comprensibile adatto proprio ai bambini.
Anche i riferimenti all’eccessiva violenza appaiono più che altro strumentali: cartoni, film e videogiochi per bambini fanno riferimenti – ahimè – continui alla violenza; viceversa la storia di Valibona, e più in generale della Resistenza, relega la violenza a un contesto di guerra che è esplicitamente stigmatizzato dalla cultura antifascista.
Forse qualcuno pensa che sia troppo presto presentare ai bambini delle elementari parte della nostra storia, e che sarebbe meglio trattare argomenti estranei alla storia; secondo noi, invece, crediamo che sia meglio raccontare la verità, e far conoscere – pur in termini e in forme adeguate all’età – chi siamo noi e da dove veniamo.
La Resistenza dovrebbe essere memoria condivisa in questo paese; l’antifascismo non si identifica con alcuni partiti o orientamenti; è il rifiuto della violenza di stato, della sopraffazione, del razzismo e della guerra. Nel Comitato di Liberazione erano presenti tutti i partiti che riconoscevano le libertà fondamentali, sia quelli di sinistra che quelli di centro e di destra liberale.
La deriva populistica e razzista che sta drammaticamente segnando questi anni passa anche dalla rivisitazione storica; in questo contesto è ancora più importante promuovere i valori della Costituzione che derivano dalla Resistenza.
Dispiace constatare che un racconto storico per bambini sia oggetto di politicizzazione. Secondo noi è stato cercato e trovato un modo adatto per presentare questa storia anche agli alunni delle elementari, con l’obiettivo di iniziare un percorso di valorizzazione della memoria storica intorno ai valori della solidarietà e della democrazia, dell’onestà e della libertà.
In conclusione l’ANPI, in quanto associazione chiamata in causa (i protagonisti sono partigiani e la storia ricorda il primo episodio della guerra di liberazione dell’Italia dal nazifascismo), rigetta, per i modi e per i tempi, le accuse sul fatto che lo spettacolo sia violento e non adatto ai bambini, e invita ad una valutazione più serena di quanto proposto.
Ricordiamo infine che l’ANPI e l’istituto comprensivo di Calenzano hanno una lunga tradizione di collaborazione (per decenni i partigiani calenzanesi hanno raccontato a generazioni di studenti “la battaglia di Valibona”) e che pertanto rimaniamo aperti a qualunque confronto e richiesta di delucidazione.
Simone Liguori
Segretario ANPI Calenzano
Sezione Silvano Franchi, partigiano “Morino””