CAMPI BISENZIO – “Non può che trovarmi d’accordo l’idea del nostro segretario regionale Emiliano Fossi di arrivare a un libro bianco dal quale ripartire per tornare a essere protagonisti in tutti i Comuni della Piana e, a maggior ragione, a Campi Bisenzio”: a dirlo è il segretario del Pd campigiano Alessandro Carmignani, che aggiunge: “Abbiamo accolto con soddisfazione la scelta di Emiliano di tornare a occuparsi direttamente delle cose che riguardano la nostra città perché pensiamo che questo possa essere un elemento di valore per il territorio così come la disponibilità a dare una mano lanciata al sindaco Tagliaferri e alla sua maggioranza, spero proprio che venga accolta perché tutti si possa lavorare per il bene della nostra comunità”.
“Occuparsi di Campi Bisenzio – aggiunge – vuol dire guardare la nostra città in una dimensione pù ampia, almeno metropolitana perché così si può consentire al Comune di sviluppare, crescere e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Non solo perché, come afferma Fossi nella sua intervista, non continuare quella trasformazione del centro storico che vedeva Campi come il possibile nuovo centro culturale e giovanile dell’area nord ovest di Firenze? Perché non riprendere il progetto della scuola superiore previsto nel Patto per Campi e non farlo diventare un tema di dibattito legato al nuovo rilancio della città?”.
“E’ vero, – conclude Carmignani – ci sono diversi problemi su cui lavorare e continuare a farlo, uno su tutti la messa in sicurezza del territorio e del suo reticolato su cui la Regione Toscana ha fatto tanto e ancora deve continuare a fare. Ma serve che l’amministrazione comunale sia lungimirante e metta in campo idee nuove di città per la Campi del 2040. La Campi del futuro si costruisce oggi e percorrere la strada contraria equivale a condannare la città all’irrilevanza per diversi anni. La proposta che Fossi ha lanciato al sindaco Tagliaferri rispetto alla costruzione di un rapporto diverso tra sinistra e centro-sinistra, anche attraverso una rivisitazione delle presidenze di consiglio e commissioni, non è una “mela avvelenata”, ma un’idea di percorso oltre che una richiesta di chiarezza e trasparenza rispetto al terreno di gioco in cui si vuole giocare nei prossimi anni”.
