CAMPI BISENZIO – E’ stato il “Canone in D” di Pachelbel, eseguito magistralmente al violino, ad aprire tutte le visite dell’ultimo fine settimana sui luoghi della Bettina. Una storia raccontata a più voci dagli studenti della scuola Garibaldi dell’Istituto comprensivo margherita Hack in occasione della prima volta a Campi Bisenzio di “Monumenti aperti”. Con gli studenti appunto nelle vesti di “Ciceroni” e che hanno accompagnato i numerosi visitatori – quattro in tutto le visite – alla riscoperta della patrona della città e dove aveva vissuto all’interno del convento delle Bettine. Tutto questo nell’ambito dell’iniziativa promossa da Acli Firenze in collaborazione con l’associazione Bettina Onlus e il patrocinio del Comune di Campi e subito accolta positivamente dalle suore Carmelitane di Firenze. Ma soprattutto dopo un percorso laboratoriale condotto dall’attore e educatore Rosario Campisi che, insieme ad alcune docenti, ha seguito passo passo gli studenti.






“Sono stati due giorni intensi e ricchi di emozioni al Convento delle Bettine, – dicono dal Comune di Campi Bisenzio – aperto al pubblico in occasione di una manifestazione che ha visto Campi come primo Comune della Toscana ad aderire a “Monumenti aperti”. Un grande grazie ad Acli Firenze, all’associazione Bettina Onlus, alle Bettine e soprattutto agli studenti della scuola secondaria di primo grado Garibaldi, dell’Istituto comprensivo Margherita Hack, insieme alle loro insegnanti, che con entusiasmo e impegno hanno reso possibile le visite guidate e animate alla scoperta della storia della nostra Patrona”.
“E’ stata l’occasione – ha detto Andrea Falsetti, presidente dell’associazione Bettina Onlus – per visitare il luogo dove ‘Bettina’ ha iniziato la sua opera e dove ancora oggi si può ritrovare il suo carisma”. “È stato per noi motivo di orgoglio essere il primo Comune della Toscana a partecipare a “Monumenti aperti” – ha aggiunto il vicesindaco Federica Petti – un ringraziamento speciale va ad Acli, alle Bettine e alla scuola Garibaldi per avere reso possibile questo progetto. La cultura deve essere accessibile e sentita come patrimonio di tutta la cittadinanza. Conoscere i nostri monumenti e le bellezze del territorio è un passo fondamentale in questa direzione e al tempo stesso abbiamo potuto riscoprire la storia e il valore di un luogo simbolico di Campi Bisenzio”.
