PRATO – Tra il 2019 e il 2024 l’occupazione nei settori in cui opera la Filcams Cgil (commercio, turismo, ristorazione, servizi, servizi ad alto valore aggiunto) è cresciuta del 5,8%: “un quadro positivo e dinamico per la provincia di Prato”, è scritto nella relazione conclusiva illustrata stamani da Enrico Fabbri, direttore di Laboris laboratorio di scienze del lavoro Pin Prato, il polo universitario che l’ha elaborata per conto della Filcams Cgil Prato Pistoia. “Direzione futuro”, il titolo dell’appuntamento odierno nella sede pratese della Camera di Commercio Pistoia Prato, nel quale è stata presentata la ricerca che ha posto al centro “L’altra economia pratese”, in termini di “qualità del lavoro, diritti e legalità nel terziario”.
“L’altra economia pratese”, che nel periodo considerato, 2019-2024, ha fatto registrare, insieme all’aumento dell’occupazione, anche l’aumento delle imprese: più 3,6%. Un dato “particolarmente rilevante” poiché, è scritto nel lavoro presentato, “in controtendenza rispetto al quadro toscano, dove le imprese attive hanno mostrato una lieve contrazione”. Il commercio rimane il settore trainante in termini assoluti (oltre 10 mila addetti nel 2024), ma con performance di crescita deboli (addetti -0,1%, imprese -2,8%), che indicano “processi di razionalizzazione e verticalizzazione”; al contrario, le maggiori dinamiche di crescita riguardano i cosiddetti servizi ad elevato valore aggiunto (Ava) e il turismo, entrambi con incrementi occupazionali e imprenditoriali superiori al 20%. L’espansione Ava “segnala – secondo l’analisi del Pin – un rafforzamento delle funzioni cognitive e progettuali a supporto del distretto”. Anche i servizi a basso valore aggiunto mostrano una crescita sostenuta: più 15,3% di addetti. La crescita, nelle conclusioni dei ricercatori, è stata guidata da una “trasformazione strutturale” che ha favorito quello che è stato definito il “lavoro cognitivo” (produzione o applicazione di conoscenza): l’indagine ha, infatti, registrato un incremento marcato delle attività a contenuto cognitivo e una progressiva riduzione del cosiddetto “lavoro energetico” (l’altro parametro usato, riferito a compiti fisici e ripetitivi).


“Due mondi che si devono parlare, – dice Daniele Gioffredi, segretario generale della Camera del Lavoro Prato Pistoia – i servizi ad alto valore, in crescita ma tuttora una piccola parte in termini di impiego, pur non costituendo ancora un sistema, possono dare un contributo al settore manifatturiero a risolvere i suoi problemi. Se c’è crescita in un territorio, questo va bene anche per il commercio, dove c’è bisogno di garantire stabilità e qualità ala lavoro”. Nel dettaglio i micro-settori in maggiore crescita occupazionale sono: Ava, studi di ingegneria (+70%), ricerca e sviluppo (+61%), consulenza contabile e fiscale (+53%); commercio digitale (più 232%, +271 unità); turismo: +67%. Al contrario, il lavoro energetico mostra una tendenza alla riduzione, soprattutto nel commercio al dettaglio tradizionale e in alcuni servizi operativi. Settori come i bar senza cucina (-17%), pulizia specializzata (-70%) e vigilanza privata (-26%) hanno registrato cali significativi, a causa dell’automazione e della razionalizzazione. Per quanto riguarda le caratteristiche dei lavoratori e le qualità dei contratti, siamo in presenza di una forza lavoro matura (età media 39,8 anni), prevalentemente femminile (52,5%). Soprattutto nel turismo e servizi.
I contratti a tempo pieno prevalgono solo nel comparto Ava (45,6%), dove si concentrano relazioni di lavoro più stabili e a tempo indeterminato/determinato (65% degli avviamenti), mentre alti livelli di part-time (spesso involontario) si registrano nel commercio (61,6%) e nella ristorazione, con la precarietà che domina nei servizi a basso valore aggiunto, dove emergono nettamente forme contrattuali frammentate come lavoro domestico (28,8%), occasionale (25,5%) e a tempo determinato (24,5%). I contratti a tempo determinato (57,2%) e intermittente (27.7%) sono invece la caratteristica del turismo, a conferma della stagionalità. La forza lavoro è multiculturale: il 63,4% dei lavoratori avviati è italiano. I lavoratori stranieri si concentrano nei servizi (35%), nella ristorazione (36%) e nel turismo (26%), mentre la componente cinese è particolarmente rilevante nel commercio (32,5%).
Le conclusioni del rapporto: “L’economia del lavoro a Prato nei settori Filcams Cgil è “biforcata”: da un lato cresce la domanda di professionalità cognitive stabili (Ava, digitale), dall’altro persiste e si estende un’ampia fascia di lavoro energetico e precario (servizi operativi, turismo stagionale). Questa duplicità, se non gestita con politiche mirate, rischia di accentuare la segmentazione tra lavori “forti” e “deboli”. La sfida per la Filcams Cgil, il messaggio lasciato dai ricercatori al sindacato, “consiste nell’adattare la propria azione a questa eterogeneità”. Il messaggio è raccolto da Caterina Ballanti, segretaria generale Filcams Cgil Pistoia Prato: “Abbiamo cercato di dare identità e valore ad un settore che produce tanta ricchezza. Nel commercio c’è stato un generale peggioramento delle condizioni di lavoro. Non è facile organizzare i lavoratori, in una situazione di forte frammentazione, anche per le dimensioni delle imprese, ma sono sempre di più quelli che si rivolgono alle nostre sedi, al nostro sindacato”.
