CAMPI BISENZIO – La rivoluzione copernicana dell’economia civile prende sempre più slancio e trova il suo centro nevralgico a Campi Bisenzio. Il nostro Comune, infatti, oltre ad aver ospitato e promosso il “Festival dell’economia civile” (insieme a Legambiente, Scuola di economia civile e Anci Toscana con il patrocinio di Regione Toscana e Città metropolitana di Firenze), “si candida a diventare il “motore” del primo distretto portavoce e fautore di questo novo modello di sviluppo”. “L’amministrazione comunale campigiana, infatti, – si legge in una nota si è impegnata a dare il via, con atti e delibere, a un welfare civico, basato sulla collaborazione e la sinergia con i cittadini. Un vero e proprio laboratorio aperto da subito alla partecipazione di tutte le altre amministrazioni pubbliche dell’area metropolitana di Firenze che vorranno aderire”. A dare l’annuncio il sindaco Emiliano Fossi, nella giornata conclusiva della rassegna che, in questi tre giorni, ha richiamato oltre mille persone, ha raccontato con workshop e laboratori l’importante ruolo dell’economia civile, che mette al centro l’uomo e i beni comuni, e ha approfondito i sei “cantieri” (welfare collaborativo, consumo consapevole, sviluppo sostenibile, nuovo lavoro giovanile, partecipazione attiva degli enti pubblici e rigenerazione urbana) che meritano di essere replicati nel paese e le tante esperienze già in atto nella penisola che sintetizzano in maniera eccellente questo variegato mondo. Un mondo, spiegato e riassunto, dall’economista e professore Stefano Zamagni che ha aperto l’ultima giornata del Festival con una Lectio magistralis: “La pratica dell’economia civile è nata in Toscana nel 1400 con l’umanesimo civile. Per questo non mi stupisco che il primo “Festival dell’economia civile” sia stato organizzato proprio qui, a Campi Bisenzio. Mi congratulo per il lavoro fatto in questi giorni per rilanciare e contribuire a diffondere un modello di sviluppo, altamente inclusivo, per secoli ingiustamente abbandonato”.
“Una grandissima partecipazione di addetti ai lavori, associazioni, imprese e cittadini, – ha detto il sindaco Emiliano Fossi – Campi Bisenzio è stata in questi giorni capitale di innovazione sociale e buone pratiche. Ripartiamo adesso dalla miriade di meravigliosi spunti e progetti nati dal Festival, per lanciare insieme il distretto dell’economia civile qui sul nostro territorio”.
“Il nostro Paese in questi ultimi anni – dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente – ha riscoperto il grande valore dell’economia civile, che rappresenta una risposta tutta italiana alla crisi che sta colpendo la nostra società. Un modello di sviluppo che supera la concezione classica di economia per mettere al centro la persona, i beni comuni e la forza dei legami comunitari e che ha la virtù di far dialogare e lavorare insieme realtà pubbliche e private, quelle del terzo settore, delle imprese e della società civile costruendo insieme un mondo più equo, giusto e solidale”.
“L’economia civile – ha aggiunto l’europarlamentare Simona Bonafè – è il grande contenitore dentro il quale c’è molto del pacchetto dell’economia circolare. In una società sempre più globalizzata, ci si è resi conto che la globalizzazione va governata e che si è persa la parola comunità. Abbiamo di fronte una nuova sfida, quella di riscoprire le relazioni, il valore e la vita di comunità, un patrimonio culturale da portare avanti in una società che sta cambiando e che deve affrontare questioni come la povertà economica e sociale o lo spreco alimentare”.
“Le istituzioni – ha detto il vice-presidente della Regione Monica Barni – devono dare delle risposte alle richieste di coinvolgimento che vengono dalla società civile e relative alla qualità della vita e al vivere quotidiano. La Regione Toscana da diversi anni porta avanti diverse azioni concrete e ognuno può fare la sua parte”.
“La Toscana – ha aggiunto il sindaco di Prato Matteo Biffoni – diventa leader e capofila dell’economia civile, a Massarosa abbiamo il primo esempio di baratto amministrativo. Le amministrazioni devono entrare in un’ottica di coinvolgimento tenendo insieme anche il mondo del terzo settore e delle cooperative sociali. È questa la sfida della modernità e noi come Anci proviamo a far sì che le buone pratiche trovino un riconoscimento attraverso un premio”.