A Gionata Nencini il “Premio Levriero città di Campi”

CAMPI BISENZIO – Venerdi 11 ottobre alle 21, presso la Limonaia di Villa Montalvo, Gionata Nencini racconterà il suo viaggio nel mondo in moto portato a termine,  partendo da Campi, in otto anni. L’iniziativa è organizzata dalla presidenza del consiglio comunale e il viaggio sulle due ruote sarà “raccontato”, oltre che dall’inseparabile moto, attraverso foto […]

CAMPI BISENZIO – Venerdi 11 ottobre alle 21, presso la Limonaia di Villa Montalvo, Gionata Nencini racconterà il suo viaggio nel mondo in moto portato a termine,  partendo da Campi, in otto anni. L’iniziativa è organizzata dalla presidenza del consiglio comunale e il viaggio sulle due ruote sarà “raccontato”, oltre che dall’inseparabile moto, attraverso foto inedite e filmati, con la possibilità da parte dei presenti di formulare domande a Gionata e a chi lo ha seguito da vicino in questa meravigliosa avventura. Nel corso della serata, inoltre, gli sarà consegnato il riconoscimento “Levriero citta’ di Campi”, istituito anche questo dalla presidenza del consiglio comunale, e consistente in una medaglia che riporta lo stemma del Comune con un’incisione descrittiva dell’iniziativa. “Uno dei limiti maggiori dell’Italia di oggi – spiega Alessio Colzi, presidente del consiglio comunale – è quello di specchiarsi troppo nel suo splendido trascorso culturale e di farlo, a volte, non come arricchimento del tempo presente, ma in contrasto con esso, in un dedalo di conservatorismi, vincoli e ritardi per cui siamo purtroppo famosi. Non sono parole: basta uscire dall’Italia per accorgersi come sia nazioni storiche che realtà emergenti riescano a valorizzare in maniera autentica parole come tradizione e innovazione”. “E chi è stato eletto – continua Colzi – ha il dovere per primo di fare la propria parte, piccola o grande che sia, nel rendere complementari i lasciti del passato e la nostra contemporaneità, perché solo un approccio culturale dinamico è in grado di affrontare al meglio le difficili sfide della società moderna”. “E’ questo – aggiunge – il senso del premio, un premio che ha l’ambizione di essere cittadino nel senso più largo del termine, in quanto viene assegnato non da organi espressione di una parte politica ma da tutto il consiglio comunale eletto, con la volontà di affermare gli elementi che uniscono una comunità rispetto a quelli che la dividono. Il levriero è una figura perfetta per tante ragioni, non fosse altro perché è l’immagine dello stemma di Campi. Ma è l’animale “ideale” soprattutto perché esprime bene cosa è o dovrebbe essere l’idea di una società proiettata al domani. Oggi tutto corre veloce e restare ancorati alle scelte passate non sempre può bastare. C’è bisogno di istituzioni agili e concrete capaci di decidere rapidamente. Non può esserci rinnovamento se non quello ispirato al principio dei bassi costi, del coraggio e a volte della giusta frenesia (il levriero è il cane cacciatore per eccellenza), premiando l’utilità e chiudendo la stagione delle spese fuori controllo e della tutela a oltranza di ciò che non produce vantaggi generali, mentre il Paese è pieno di persone o attività d’eccellenza che aspettano solo di essere valorizzate. L’Italia ha bisogno infine di diventare moderna anche sul fronte culturale: si viaggia low cost e si entra a contatto con culture diverse in poche ore, le migrazioni sono un fattore chiave, senso civico, solidarietà e rispetto dell’ambiente e degli altri sono i pilastri dei paesi più evoluti”. “L’Italia – conclude Colzi – è piena di storie e persone che rappresentano questi valori. Campi non fa eccezione e non dobbiamo avere paura di portare allo scoperto gli esempi positivi, mentre spesso si vuol parlare solo di quelli negativi. Il premio non avrà cadenze temporali o cerimoniali, se non l’evento nel quale il protagonista o i protagonisti racconteranno la loro storia: il levriero è una semplice medaglia a basso costo, che verrà consegnata a persone o organismi, non necessariamente campigiani, che si sono distinti per azioni particolari. Cittadini, professionisti, associazioni, studenti, volontari, sportivi, attività economiche o culturali, che hanno espresso o esprimono gesti e azioni che hanno promosso il nome di Campi, reso un servigio alla città o lasciato qualcosa destinato a durare. Una città è fatta di persone e solo attraverso esempi concreti una società matura. Parlare in astratto di comunità o elevazione del senso civico è una ricetta che funziona poco. Le storie vissute, piccole o grandi che siano, hanno il grande pregio di essere autentiche e da questo dobbiamo ripartire per diventare un po’ più orgogliosi del presente e un po’ meno timorosi del nostro futuro”.