A Ovest di Tindouf. Col Sahara nel cuore (5)

TICHLA – Stamani siamo stati a visitare il Museo Nazionale della Storia Saharawi in cui viene ripercorsa la storia del popolo Sarahawi secondo le sue abitudini, i manufatti, le tracce di presenza dell’uomo nel territorio del Sahara Occidentale in epoca preistorica. Ci hanno colpito i pannelli in cui si descriveva l’ambiente dal punto di vista […]

TICHLA – Stamani siamo stati a visitare il Museo Nazionale della Storia Saharawi in cui viene ripercorsa la storia del popolo Sarahawi secondo le sue abitudini, i manufatti, le tracce di presenza dell’uomo nel territorio del Sahara Occidentale in epoca preistorica. Ci hanno colpito i pannelli in cui si descriveva l’ambiente dal punto di vista della biodiversità, perché risultava evidente che il territorio usurpato dal Marocco è ricco di una grande varietà di risorse, sia animali sia di materie prime. Erano anche esposte delle riproduzioni di pitture rupestri in cui si potevano vedere chiaramente giraffe e struzzi disegnate nelle grotte dagli uomini preistorici.
Il museo ci ha colpito anche perché ben curato, costruito con concezione moderna, frutto di un investimento rilevante che lascia intendere l’importanza che il popolo Saharawi attribuisce alla conservazione della memoria della propria storia e delle proprie tradizioni.
Finita la visita, ci siamo recati al Mercato della Scuola delle Donne, dove alcuni di noi hanno potuto acquistare opere di manifattura artigianale tradizionali, come teiere, bracciali, anelli, collane, quadri e anche cous cous, setacciato proprio davanti ai nostri occhi dalle donne della cooperativa.
Nel pomeriggio siamo stati ospiti del centro giovani di La Guera, dove la nostra amica Zaghma ci ha preparato una merenda tradizionale (per festeggiare la nostra Pasqua!), ha ballato con noi con la sua Melfa che, nel momento della danza, viene passata sul viso a coprirlo interamente.
Ormai siamo così immerse nella cultura Saharawi che abbiamo deciso, insieme alla professoressa e a Daniela, una nostra compagna di viaggio, di farci disegnare i piedi e le mani con l’hennè.
Si sta per concludere il nostro viaggio e già stiamo pensando a come poter raccontare ai nostri compagni di classe quello che abbiamo vissuto in modo che il nostro impegno possa mantenersi vivo anche una volta rientrati a casa.
Viola Basville
Gaia Vizzutti
Irene Guarducci
(Liceo Agnoletti)