Acque agitate in casa Estra: perquisita la sede di Arezzo, nuove accuse a Macrì

PIANA FIORENTINA – Non si calmano le acque in casa Estra. Non si calmano neanche dopo il rinnovo del Consiglio di amministrazione (di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi) che hanno portato alla riconferma di Francesco Macrì nel ruolo di presidente. Riconferma che è arrivata mercoledì mentre il giorno successivo, giovedì 16 luglio, nella sede […]

PIANA FIORENTINA – Non si calmano le acque in casa Estra. Non si calmano neanche dopo il rinnovo del Consiglio di amministrazione (di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi) che hanno portato alla riconferma di Francesco Macrì nel ruolo di presidente. Riconferma che è arrivata mercoledì mentre il giorno successivo, giovedì 16 luglio, nella sede del colosso del gas aretino, condivisa con Coingas Spa (gruppo multiutility socio di Estra insieme a Consiag Spa. Prato, Intesa Spa Siena e Viva Servizi Spa Ancona), sono arrivati gli uomini della polizia tributaria con in mano un decreto di perquisizione, firmato dal Pm Roberto Rossi, con contestuale avviso di garanzia per lo stesso Macrì. Si tratterebbe ancora di abuso di ufficio (sulle sue spalle ce n’è già un altro relativo all’inchiesta principale, quella di Coingas-Multiservizi da qualche settimana all’avviso di chiusura) e peculato, in questo caso accusa totalmente nuova. Di sicuro c’è che è un filone d’indagine nato dall’inchiesta madre di Coingas, rimasto finora coperto dagli omissis che caratterizzano le seimila pagine depositate insieme all’avviso di conclusione, contraddistinte a sua volta da decine e decine di fogli secretati dal Pm Andrea Claudiani che, una volta trasferitosi a Perugia, ha lasciato tutto in eredità al suo collega Roberto Rossi. Così come ci sarebbero controlli sulla carta di credito e sarebbero state acquisite le carte sulla contabilità: le indagini, infatti, riguardano le consulenze e le sponsorizzazioni affidate nel corso del mandato manageriale. E, per non farsi mancare niente, Macrì è indagato anche per l’abuso di ufficio che sarebbe collegato alla sua nomina, illegittima, secondo l’accusa, perché avvenuta quando era ancora consigliere comunale, senza la pausa richiesta dalla legge. Oltre a tutto ciò, nei giorni scorsi è arrivata una nota dei sindaci Pd di Arezzo: “Il mandato dei sindaci al presidente di Coingas era chiaro: rinnovare il Consiglio di amministrazione di Estra solo per 1 anno. Le ragioni sono evidenti. Il presidente Macrì è sottoposto a indagine da parte della magistratura e a settembre si voterà al Comune di Arezzo. La sconfitta del centro-destra determinerebbe un cambio di maggioranza all’interno dell’assemblea dei soci Coingas. Contravvenendo al mandato ricevuto, il presidente Scortecci ha invece votato per un rinnovo triennale e non di un solo anno. Il mandato, tra l’altro, era stato espresso all’unanimità da tutti i sindaci di Coingas e non solo da quelli di centro-sinistra. Da sottolineare che la proposta di 1 anno e non di 3 era stata fatta in assemblea dal sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, e non dai sindaci del centro-sinistra che, per senso di responsabilità istituzionale avevano comunque accettato di sostenerla. A questo punto invitiamo Scortecci a dimettersi per non aver rispettato il mandato ricevuto. Ha rotto il rapporto fiduciario all’interno dell’assemblea con l’evidente intento di garantire ad un esponente politico della destra aretina il rinnovo triennale di un mandato che l’indagine della magistratura e il voto di settembre rendono assolutamente inopportuno”. Insomma, una vicenda che riguarda da vicino anche la Piana (soprattutto nel rapporto che tutti i Comuni hanno con Consiag) e che sembra essere soltanto alle prime fasi di un cammino che si preannuncia – o si conferma – quanto mai complesso.