LASTRA A SIGNA – Lastra a Signa perde un altro “pezzo” della sua storia e della propria tradizione artistica. A poche ore di distanza dall’ultimo saluto a Mario Del Fante, anima della Pro Lastra Enrico Caruso e presidente onorario dell’associazione, il mese di gennaio si porta via anche Tullio Naldi, storico scalpellino in attività sul territorio lastrigiano. A darne notizia il sindaco Angela Bagni con un post su Facebook: “In questo gennaio purtroppo un’altra brutta notizia. Se ne è andato Tullio Naldi, l’ultimo scalpellino di Lastra a Signa. La lavorazione della pietra é una delle nostre tradizioni più importanti e Tullio e la sua famiglia la portavano avanti da generazioni. Tullio è stato con noi anche in tante manifestazioni dove ha mostrato soprattutto ai più giovani questa antica arte così diffusa a Lastra a Signa. Condoglianze e un abbraccio alla famiglia e a tutti i suoi cari”.
Nato a Lastra a Signa nel 1926, andava in cava la mattina – come aveva raccontato qualche anno fa in un’intervista pubblicata sul sito della Frosini Pietre – e lavorava fino a sera: “Solitamente si cominciava con le soglie e i lastrici, poi man mano che si cresceva si facevano gli scalini e tutti gli altri lavori. L’80% degli scalpellini si fermava agli scalini. Io, dopo aver fatto soglie e lastrici, a 14 anni feci il primo scalino che andò alle case popolari della Piaggio a Pontedera. Parlo del 1940. Successivamente ho realizzato qualsiasi cosa. In cava mi portavo poco da mangiare, spesso gli avanzi della sera come le patate o lo spezzatino, mentre a volte la mi mamma mi cuoceva delle uova. Non portavo il vino, anche perché in cava c’era un pozzo d’acqua, così buona che dissetava anche quelli delle cave limitrofe. Non ho mai avuto la corrente elettrica. Fino al 1946 mi sono tenuto compagnia con un ragazzo che lavorava insieme a me, parlavamo insieme, a volte cantavo. Ho sempre cantato le canzonette dell’epoca e vari pezzi d’opera come quelle di Puccini, la Tosca o la Turandot per esempio”.
E ancora, per provare a spiegare una passione che ha coltivato fino ai giorni nostri: “La pietra è sempre stata un’amica per me. I lavori che realizzo, prima devono piacere a me e poi ai clienti. E io ho sempre avuto grande rispetto nel lavorare la pietra. Quando ero ragazzo si lavorava 8 ore l’inverno e 12 l’estate e più o meno si è continuato così fino alla fine degli anni Cinquanta, quando è iniziato un periodo di decadenza e le cave sono state progressivamente chiuse…”. E fra i tanti ricordi, le tante parole che sono state scritte alla notizia della sua morte, ci piace riportare quelle di Stefano Nistri, anche lui scalpellino: “Da lui ho imparato tante cose e tante volte siamo stati fianco a fianco sia nel lavoro che nelle dimostrazioni delle varie feste medievali, fiere di paese o altre manifestazioni, è stato un grande, un eccellente scalpellino, un grande appassionato di lirica e una persona semplice ma speciale; ha lavorato fino a pochissimo tempo fa, maneggiando la sua pietra tutta rigorosamente cavata a mano, era capace di spaccare massi enormi e sezionarli in tanti pezzi da utilizzare per le varie necessità. Giovedì, il giorno prima che morisse, sono stato a casa sua a e ci siamo visti, nell’occasione ci siamo tenuti per mano alcuni momenti. Grazie Tullio per tutto quello che sei stato, per quello che mi hai dato, per la grande amicizia che ci ha legato, fai buon viaggio e che la terra sia lieve”.
Infine un ricordo del gruppo Fratres Giuseppe Nesi, che ringraziamo anche per la fotografia di Tullio Naldi: “Il consiglio dei donatori sangue Fratres Giuseppe Nesi si unisce al cordoglio per la scomparsa di Tullio Naldi, storico donatore del nostro gruppo, che con il proprio esempio, ha saputo trasmettere la consapevolezza e l’importanza del dono ai propri familiari, come ha testimoniato nel libro “Una goccia nel cuore” pubblicato in occasione dei nostri 50 anni”. Alla famiglia di Tullio le condoglianze anche da parte della redazione di Piananotizie.