Aeroporto di Peretola. Barducci (Pd) spiega i perché del no alla convergente. Dati tecnici alla mano

FIRENZE – Il presidente della Provincia Andrea Barducci è tornato sui banchi di scuola ed ha seguito le lezioni di esperti del settore aereonautico tanto da presentare, in una conferenza stampa, alcuni dettagli tecnici che, detti da un politico, potrebbero risultare sorprendenti. Netta la contrarietà di Barducci (Pd) alla pista convergente ecco i punti salienti […]

La diffusione del rumore

FIRENZE – Il presidente della Provincia Andrea Barducci è tornato sui banchi di scuola ed ha seguito le lezioni di esperti del settore aereonautico tanto da presentare, in una conferenza stampa, alcuni dettagli tecnici che, detti da un politico, potrebbero risultare sorprendenti. Netta la contrarietà di Barducci (Pd) alla pista convergente ecco i punti salienti delle motivazioni tecniche presentate nel corso di una conferenza stampa.

IL SORVOLO DI FIRENZE

La Provincia di Firenze evidenzia in primo luogo che il documento Enac, pur assumendo il criterio della monodirezionalità prevede anche con questa limitazione di uso (che in realtà è poi smentita in altre parti dello studio) il sorvolo della città di Firenze, specialmente nei casi di mancato avvicinamento 12 (ovvero provenendo dalla parte di Prato) e  in avvicinamento 30 (da Firenze).

“E’ chiaro che uno studio serio e completo su un aeroporto – dice Barducci –  deve analizzare tutte le ipotesi, anche quelle meno frequenti, come ad esempio i casi di mancato avvicinamento che pur sono previsti e gestiti nel normale svolgimento dell’attività aeroportuale. Un sistema che funzioni, solitamente, lo si testa sulle emergenze, non sull’ordinarietà. Ebbene, nello studio Enac consegnato alla Regione si è preferito non analizzare le conseguenze che si avrebbero sulla città di Firenze tutte le volte in cui il pilota di un aereo in fase di atterraggio deciderà, come si dice in gergo “di riattaccare”.

 

GLI EFFETTI DEL MANCATO AVVICINAMENTO

“Il sorvolo della città per mancato avvicinamento produce effetti più lievi sulla città di Firenze rispetto ad eventuali atterraggi  Rwy 30 (ovvero: decollo in direzione di Firenze e atterraggio da Firenze) poiché la fase di ‘riattacco’ inizia da una quota di almeno 131 mt rispetto alla pista.  In caso di atterraggio è chiaro che tutto dovrebbe essere  riparametrato con un sorvolo di Firenze a quota ancora più bassa”.

Ma quali effetti subirebbe la città di Firenze nel caso classico di mancato avvicinamento Rwy 12? (ovvero provenendo da Prato). Vediamo:

Il gradiente standard per la salita dopo il mancato avvicinamento 12 è pari a 1:40 e quindi è necessario che l’aeromobile mentre riprende quota compia una virata verso sud per evitare gli ostacoli orografici posti ad est di Firenze (le colline di Bagno a Ripoli). I piani di volo in direzione di Firenze mostrano quindi alcune singolarità che meritano di essere evidenziate.

AEREI A 500 METRI DI DISTANZA DAL CUPOLONE

Nei casi estremi di passaggio al limite destro della superficie avvicinamento 30 e mancato avvicinamento 12, la cupola del Duomo di Firenze si troverebbe ad una distanza di circa 500 metri dalla verticale di transito dell’aereo, che in quel punto volerebbe ad una elevazione compresa in un range tra i mt 180 e  mt 345.

Le superifici interessate

IL SORVOLO DELLE STRUTTURE UNIVERSITARIE E DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA

I piani di volo di un aereo in mancato avvicinamento prevede il sorvolo della Scuola Marescialli, dell’area Mercafir, del quartiere il Poggetto, di piazza della Libertà e dell’attuale stadio di Firenze. Il piano di volo tocca ai limiti esterni il Palazzo di Giustizia e la Facoltà di Ingegneria, sfiorando il polo di Scienze Sociali. Un discorso a parte merita il Polo scientifico di Sesto che si troverebbe a convivere a poche centinaia di metri dalla pista di atterraggio e di decollo.

CAREGGI E LA CONVIVIVENZA DEGLI AEREI CON GLI ELICOTTERI PEGASO

La zona ospedaliera di Careggi si troverebbe a 3/4 chilometri di distanza dal piano di volo degli aerei impegnati nella fase di mancato avvicinamento alla pista Rwy 12/30. E’ singolare che nessuno abbia sollevato la questione relativa alla difficoltosa coesistenza tra il normale traffico aereo e il volo degli elicotteri Pegaso impegnati nel soccorso medico, visto che proprio tale interferenza era stato uno dei motivi che sconsigliavano la realizzazione della pista con orientamento 09/27

ISOLIVELLO SONORO A FIRENZE

Lo Studio Enac mostra le aree investite dal rumore prodotto dall’attività aeroportuale, prendendo in considerazione solo la parte in direzione di Prato. Cosa succederebbe se tale studio sulle aree di isolivello sonoro venisse compiuto anche in direzione della città di Firenze? Per aver un’idea orientativa della situazione che si configurerebbe è stato fatto un mirror dello studio, ribaltando in modo speculare i dati relativi a Rwy12 a un utilizzo Rwy 30. Il dato è ovviamente approssimativo per difetto perché al rumore degli aerei dovrebbe essere sommato il rumore di fondo prodotto dal traffico veicolare particolarmente intenso in città, specialmente in alcune ore del giorno. Comunque, pur con questa limitazione per difetto già si evidenziano alcune aree  come Rifredi, la zona Mercafir e la zona del Nuovo Pignone interessate da un inquinamento sonoro tra i 65 e i 75 decibel. Oltre il livello di norma si troverebbe anche una parte importante del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino.

LA QUESTIONE URBANISTICA (PTCP)

“Dal punto di vista della pianificazione territoriale – afferma Barducci _  va evidenziato che la pista aeroportuale con orientamento 12/30 non è conforme rispetto al PTCP della Provincia di Firenze. Il PTCP individua in tale area una Invariante strutturale (L.R. 1/2005) Art. 10 – Ambiti di reperimento per l’istituzione di parchi, riserve e aree naturali protette di interesse locale. In particolare è l’ambito del Parco della Piana che ricomprende un SIC/SIR e le due Anpil “Podere la Querciola e Oasi Focognano”.

L’opera aeroportuale è riconosciuta fra le opere di interesse nazionale e dovrà essere approvata mediante VIA di competenza dello Stato (Ministero Infrastrutture e dei Trasporti).

“Sarebbe auspicabile – aggiunge Barducci – che la pianificazione dell’infrastruttura aeroportuale 12/30 avvenisse mediante un accordo di pianificazione ai sensi della L.R. 1/2005”.

“Ricordo che stiamo andando verso la città metropolitana, ed a maggior ragione le modifiche agli strumenti urbanistici andrebbero realizzate in base ad accordi di pianificazione, e non a decisioni unilaterali.

IL PROBLEMA DELLE INTERFERENZE

“O si cancella la nuova pista o si cancellano gli stagni della Piana che costituiscono il Sic 45 riconosciuto dalla Regione” afferma il presidente della Provincia Andrea Barducci, evidenziando l’interferenza della pista Rwy 12/30 con il sistema di aree umide costituenti il SIC 45 Stagni della Piana fiorentina e pratese. La particolarità di tale SIC, riconoscituto dalla Regione Toscana, è quella di essere un habitat importantissimo per l’avifauna acquatica sia per numero che per rarità degli esemplari ospitati nelle oasi faunistiche. Il fatto non è rilevante soltanto dal punto di vista ecologico, ma anche da quello della sicurezza del volo in quanto è noto che gli impatti con l’avifauna rappresentano una seria causa di incidente aereo.

Inoltre la pista 12/30 interferisce con una serie di infrastrutture viarie fra cui la più importante è lo svincolo autostradale di Sesto Fiorentino. Se tale interferenza è risolvibile dal punto di vista tecnico maggiormente problematica è la intersezione con il tracciato del Fosso Reale-Rimaggio di cui deve essere attentamente valutata la sistemazioni in termini progettuali in un contesto idraulicamente molto delicato e vulnerabile.

 Al termine della sua esposizione il presidente Barducci ha fatto delle considerazioni “Chiedo semplicemente che non si pretenda la condivisione dell’avventurosa realizzazione della pista 12/30. Se mai altri da me decideranno di farla, se ne assumeranno la piena responsabilità”.

“Pretendiamo delle informazioni corrette e complete – ha aggiunto Barducci –  chiediamo quindi al Presidente della Regione di far completare lo studio Enac, che per ora è evidentemente solo a metà, e di poter vedere e conoscere anche lo studio commissionato dalla Regione all’ingegner Achille Granozio, consulente Irpet che, per conto della Regione Toscana, ha realizzato nel 2011 un’ipotesi di pista con differente giacitura. Tra l’altro il materiale presentato dall’ingegner Granozio, doveva essere valutato dalle strutture competenti dell’Enac, perché nello studio non vi si fa alcun cenno?”

“Non si è studiato abbastanza – conclude Barducci –  mancano le informazioni necessarie a prendere una decisione definitiva, manca qualsiasi accordo di pianificazione, questo porterà necessariamente ad uno spostamento a Roma del dibattito, ed è piuttosto irrituale che in Toscana si proceda tramite commissariamenti, cambia del tutto il profilo, il tipo di approccio che storicamente il nostro territorio ha avuto. A me sembra che si tenti di arrivare a tutti i costi alla rottura istituzionale, e sicuramente c’è anche questo interesse in ballo. Oltre che una pista bidirezionale e ulteriormente allungabile.