Aeroporto, i 7 sindaci “La politica ha abdicato al proprio ruolo e lasciato le decisioni ai tecnici”

SESTO FIORENTINO – “Come sindaci di Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Signa, Poggio a Caiano, Carmignano ribadiamo la nostra contrarietà al nuovo aeroporto in nome dei quasi 400mila cittadini che nella Piana tra Firenze e Prato vivono e lavorano e che chiedono scelte diverse, attente alla sostenibilità ambientale e ad un’idea di sviluppo armonica […]

SESTO FIORENTINO – “Come sindaci di Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Signa, Poggio a Caiano, Carmignano ribadiamo la nostra contrarietà al nuovo aeroporto in nome dei quasi 400mila cittadini che nella Piana tra Firenze e Prato vivono e lavorano e che chiedono scelte diverse, attente alla sostenibilità ambientale e ad un’idea di sviluppo armonica e virtuosa”. E’ quanto si legge in una nota a firma dei sette primi cittadini: Matteo Biffoni, sindaco di Prato, Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio, Alessio Biagioli, sindaco di Calenzano, Alberto Cristianini, sindaco di Signa, Francesco Puggelli, sindaco di Poggio a Caiano, Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano.

Venerdì a Roma si aprirà la conferenza dei servizi sul nuovo aeroporto di Firenze. “Arrivare a questo passaggio amministrativo – dicono i sindaci – senza che da parte del Ministero dei Trasporti o del Governo siano state prese in considerazione le istanze del territorio è una sconfitta per la politica che, di fatto, ha abdicato al proprio ruolo lasciando ai tecnici e ai giudici il compito di prendere decisioni. Dei Comuni che rappresentiamo, soltanto alcuni prenderanno parte alla Conferenza, essendo stato respinta incomprensibilmente la richiesta di allargare la partecipazione a tutte le Amministrazioni coinvolte. Anche per questo, i Comuni partecipanti manterranno il parere contrario sempre espresso nel merito e nel metodo. Non dimentichiamo che su tutto il procedimento pende il ricorso al Tar che abbiamo presentato nei mesi scorsi e le cui motivazioni noi riteniamo fondate e valide, ma ignorate da Ministero e Governo che potrebbero in ogni momento aprire un tavolo di discussione per affrontare il vero nodo della questione: quale tipo di crescita e di sviluppo vogliamo per il nostro territorio.