“Aiazzi dal 1890” ottiene il riconoscimento dalla Camera di Commercio, ma la storia inizia con la carrozza…

SESTO FIORENTINO – E’ stato un vecchio libro contabile ritrovato tra altri ricordi a indentificare la data di apertura del negozio di tessuti e biancheria per la casa “Aiazzi dal 1890” di via Gramsci. La scoperta fatta dal nipote Paolo Gori però anticipa di qualche anno la data di avvio della “bottega”. “La prima attestazione […]

SESTO FIORENTINO – E’ stato un vecchio libro contabile ritrovato tra altri ricordi a indentificare la data di apertura del negozio di tessuti e biancheria per la casa “Aiazzi dal 1890” di via Gramsci. La scoperta fatta dal nipote Paolo Gori però anticipa di qualche anno la data di avvio della “bottega”.

“La prima attestazione formale di questa attività risulta nel 1888 – dice Gori – ma il mio bisnonno aveva iniziato già da prima. Era verso la fine del 1800 e il babbo di mio nonno che si chiamava Giovan Battista caricava i tessuti sul calesse con il cencio a quattro punte e faceva la vendita porta a porta”. Poi con gli anni il lavoro passa al figlio Pietro.

“In realtà è poco conosciuto come Pietro – racconta Gori – a noi ci chiamavano Bistelli. Il soprannome Bistelli deriva dallo storpiamento del nome GovanBattista, quindi Bista e alla fine Bistelli. Allora si vendeva tessuti per la donna e drapperia per l’uomo”.

E gli affari cominciarono ad andare bene. “Lo si vede dal libro che ho ritrovato – spiega Gori – nei debiti verso i clienti ogni anno che passava aumentava la lista, il che voleva dire che il negozio era sempre più conosciuto. Allora si facevano i librettini dove si segnavano gli acquisti che poi venivano saldati dai nostri clienti. Mio nonno faceva la gita per vendere porta a porta e la nonna, l’Amelia, invece stava in bottega”. Pietro Aiazzi e Amelia Olmi ebbero quattro figli: tre maschi e una femmina.

“La figlia femmina era mia mamma Maria cresciuta tra questi tessuti, in questo negozio – racconta Gori – quando i miei nonni hanno smesso di lavorare qui a bottega è subentrato mio zio Marcello, con la zia Fernanda e mia mamma. La zia Fernanda rimase fino al 1999 e poi disse: non voglio veder più nulla”.

Dal negozio di via Gramsci passano tutti e ogni tanto qualche aneddoto ci ricorda come la bottega fosse non solo un elemento dell’economia locale, ma anche un luogo di incontro tra le persone. “Mi ricordo – racconta Gori – una volta mia nonna disse a chi gli faceva notare che una signora aveva speso molto: meglio qui che in farmacia! rispose la nonna e la farmacista severa disse: insomma!”

Paolo Gori cresce tra i tessuti, e quando torna da scuola impara a conoscere al tatto il materiale. Con l’andata in pensione della zia subentra lui in negozio. “I tempi erano cambiati – racconta – e così abbiamo puntato sulla biancheria per la casa. Prima c’erano tessuti, biancheria per la casa e confezioni”. Prende le redini della “bottega” Aiazzi nel 2000 modificando e riorganizzando il sistema di vendita. “Oggi si punta sulla qualità – racconta – sul prodotto esclusivo, particolare, sul prezzo e sul servizio rivolto al cliente. E’ vero che, in generale, si è perso il senso della qualità del tessuto, sono pochi coloro che lo riconoscono al tatto e questo da un lato penalizza i negozi storici, però è anche vero che se qualcuno cerca un prodotto buono e di qualità i negozi tradizionali possono dare una risposta. Si dice che questi negozi sono una risorsa perchè si levano dalla massa. C’è una ricerca di materiali e di prodotti innovativi”.

Anche se, putroppo i negozi storici, sono sempre meno anche nel centro di Sesto. Per sottolineare il ruolo avuto nello sviluppo economico locale da queste attività, la Camera di Commercio di Firenze nei giorni scorsi ha premiato i negozi aperti da oltre 50 anni e tra questi è stato premiato anche “Aiazzi dal 1890”.

“Oggi il commercio è cambiato – dice Gori – e con l’arrivo di internet la bottega di una volta si affaccia ora sul mondo e con questo si confronta. Oggi anch’io sono sulle piattaforme online per la vendita. E in questi casi possono capitare episodi particolari come quello accaduto giorni fa. Una signora con un forte accento napoletano mi telefona chiedendo se facciamo la vendita porta a porta. Rispondo che certo facciamo il servizio a domicilio, ma io sto a Napoli risponde la signora. Nessun problema dico io, ci organizziamo in base a quello di cui lei ha bisogno. E poi mi ha chiesto: ma il pagamento come lo fate? E ho detto: signora i soldi in mano e la merce in mano. Ah, ha risposto, le farò sapere. Non l’ho più sentita”.

Quali sono i colori di quest’anno per i tessuti per la casa e la biancheria?

“I colori pastello, polverosi, morbidi e naturali – risponde – rosa e nero. Il prodotto più ricercato, da noi, sono le lenzuola nere”.