Al lavoro tutto il giorno e la notte gli operatori del Consorzio di Bonifica

CAMPI BISENZIO – L’intensa pioggia di giovedì scorso ha fatto alzare il livello dei fiumi nell’area della Piana. Tecnici e operai del Consorzio hanno lavorato per tutto il giorno e continuano a monitorare la situazione. Solo l’attivazione contemporanea di tutti gli impianti e delle tante opere presenti nella Piana fiorentina ha consentito ai corsi d’acqua […]

CAMPI BISENZIO – L’intensa pioggia di giovedì scorso ha fatto alzare il livello dei fiumi nell’area della Piana. Tecnici e operai del Consorzio hanno lavorato per tutto il giorno e continuano a monitorare la situazione. Solo l’attivazione contemporanea di tutti gli impianti e delle tante opere presenti nella Piana fiorentina ha consentito ai corsi d’acqua di restare nell’alveo date le intense precipitazioni registrate anche per tutta la notte tra giovedì e venerdì. Il solo impianto della Viaccia, che serve tutta la Piana fiorentina in destra d’Arno dal Terzolle fino alla Marina, ha sollevato, durante questo evento, secondo le prime stime, oltre 800mila mc di acqua.
“Le piogge cadute sul comprensorio durante l’evento sono pari a circa 60 mm in 24 ore – ha detto il commissario del Consorzio, Marco Bottino – si tratta di un’intensità assolutamente ordinaria e nonostante questo la rete di canali di bonifica è arrivata vicino al limite del collasso. Occorre risolvere una serie di criticità come, ad esempio, il sottopasso della fattoria Flori a San Mauro e il sottopasso della vecchia Pistoiese, a San Donnino. Si tratta di manufatti realizzati negli anni Trenta che sono del tutto inadeguati e impediscono un corretto deflusso verso la sezione terminale della rete. Da alcuni anni non vengono più finanziati interventi strutturali sulla rete di bonifica e queste emergenze ci permettono di dire che molto è stato fatto, ma molto resta da fare per dare al territorio un sistema di drenaggio efficiente e commisurato al grado di sviluppo che si è inteso dare alla Piana fiorentina in destra d’Arno, dove gli elementi agricoli sono ormai residuali rispetto alle urbanizzazioni e agli insediamenti abitativi, produttivi ed infrastrutturali”.
Da risolvere la questione della gestione delle “ricavature” dei canali che le norme ambientali hanno, di fatto, paralizzato e che impediscono al Consorzio di svolgere quella periodica attività di ricavatura (ovvero di rimozione dai sedimenti eccessivi dall’alveo) delle rete di canali che ne garantisce la corretta efficienza e funzionalità.