Alberto e Andrea, “simbolo” di una categoria che non ci sta: “Noi vogliamo solo lavorare”

SESTO FIORENTINO – Imprenditori, artigiani, commercianti e tanti semplici cittadini: tutti uniti nel chiedere che l’emergenza sanitaria non si trasformi in un allarme sociale. Anche nella Piana. Fra di loro ci sono sicuramente Alberto Innocenti e Andrea Perrotti, quest’ultimo pasticcere da oltre 30 anni. Li abbiamo incontrati a quasi tre anni (Alberto lo conosciamo da […]

SESTO FIORENTINO – Imprenditori, artigiani, commercianti e tanti semplici cittadini: tutti uniti nel chiedere che l’emergenza sanitaria non si trasformi in un allarme sociale. Anche nella Piana. Fra di loro ci sono sicuramente Alberto Innocenti e Andrea Perrotti, quest’ultimo pasticcere da oltre 30 anni. Li abbiamo incontrati a quasi tre anni (Alberto lo conosciamo da molto prima) da quando, quasi “per scommessa”, hanno rilevato il “Bar Gemelli”, a Sesto Fiorentino, dalla precedente gestione. Due soci e sei dipendenti che, come tutti noi, hanno dovuto affrontare un anno sempre più simile a una corsa a ostacoli. Settimana dopo settimana. Li abbiamo incontrati per cercare di capire quale è il loro stato d’animo alla vigilia di Natale ma anche quello di una categoria che, come ci hanno ribadito entrambi, “ha affrontato mesi davvero duri”.

Una categoria che “si è sentita presa di mira e della quale non mai stato sottolineato quanto abbia perso, non solo dal punto di vista economico”. “E’ sufficiente pensare a Pasqua – racconta Alberto – quando siamo stati stati costretti a buttare via, perché ormai inutilizzabile, più di 4.000 euro di merce. Ora siamo a Natale, un periodo per il quale si inizia a lavorare nel mese di ottobre e capite bene con quale sensazioni ci siamo avvicinati a dicembre…”. Con lo spettro, fra l’altro, che anche l’asporto inizialmente sarebbe stato vietato. “Probabilmente – continua Alberto – saremmo rimasti aperti lo stesso…”.

Per fortuna, però, un po’ con l’asporto, un po’ con l’aiuto fondamentale dei social, questo 2020 per il “Bar Gemelli” non è stato tutto da buttare: “Non posso dire che non abbiamo lavorato; purtroppo, con tutto quello che sta succedendo, non si riesce più a prevedere quello che può verificarsi il giorno dopo e posso assicurarvi che in questo settore non è il massimo…”. Una conferma arriva anche dalla risposta alla nostra domanda sui fatidici ristori annunciati dal Governo: “Sì, ci sono arrivati, non posso dire nulla, – aggiunge Alberto – il problema è che tra affitto, bollette, stipendi, la cifra che abbiamo avuto è stata sufficiente per pagare il 50% delle spese di un mese di lavoro”.

Ma i titolati del “Bar Gemelli” non vogliono abbandonare quella che per loro “é diventata una comunità di riferimento”, hanno istituito per esempio il servizio della colazione a casa e nel giorno di San Valentino per ogni torta acquistata viene regalata una rosa rossa. Non solo, quest’anno saranno aperti anche il 1 gennaio a conferma del fatto che, quando c’é voglia di lavorare, le difficoltà piano piano si superano: “Chiediamo soltanto di lavorare; per quanto ci riguarda diciamo che è giusto destinare altri eventuali ristori alla sanità se può contribuire, nel nostro piccolo, a tutelare quel settore. Noi vogliamo “fare” e basta, non vogliamo essere costretti a chiudere un’altra volta”. E, in tutto questo, è stata decisiva anche la volontà di fare rete con le altre attività commerciali della zona: “Il quartiere è stato decisivo per andare avanti nel momento di maggiore difficoltà e di questo li ringraziamo. La speranza è che il 2021 sia davvero migliore per tutti”.