Alcuni giocattoli raccolti da Barlacchi nella mostra di Pitti

CALENZANO – “Tracce: un viaggio nella moda” è il titolo della mostra di giocattoli d’epoca alcuni dei quali raccolti dal collezionista calenzanese Agostino Barlacchi. La mostra è allestita nelle sale di Palazzo Pitti al Museo della moda e del Costume di Firenze. “E’ stata proprio Simonella Condemi direttrice della Galleria d’arte Moderna di Pitti e Caterina Chiarelli […]

CALENZANO – “Tracce: un viaggio nella moda” è il titolo della mostra di giocattoli d’epoca alcuni dei quali raccolti dal collezionista calenzanese Agostino Barlacchi. La mostra è allestita nelle sale di Palazzo Pitti al Museo della moda e del Costume di Firenze.

“E’ stata proprio Simonella Condemi direttrice della Galleria d’arte Moderna di Pitti e Caterina Chiarelli Direttrice del Museo del Costume ad invitarmi – spiega Barlacchi – con alcuni rari pezzi che testimoniano la tematica del ‘viaggio’ della quale la rassegna si basa attraverso abiti e accessori provenienti da prestigiose collezioni e firme di griffe  celebri”.

I giocattoli presentati nella Sala da Ballo delle Museo di Pitti sono un grande pullman in latta litografata, una limousine con portiere apribili a carica a molla della fabbrica tedesca ormai scomparsa Tipp.co di Norimberga, ma operante fino dal 1930. C’è poi una bellissima Cadillac nera americana di fabbricazione giapponese del 1950 a movimento a frizione piena di cromature e una serie di giocattoli che li affiancano come passeggeri, autisti, che raccontano un’epoca del costume. Sugli imperiali delle auto e del pullman bauletti in latta litografata completano l’esposizione.

Per il collezionisti di questa fascia di tali giocattoli è senza dubbio un grande onore per essere stati chiamati tramite Barlacchi a testimoniare con giocattoli che troppe volte sono stati considerati e relegati  come “opere minori” ma che invece sono una riprova in più che il giocattolo non è altro che la trasposizione miniaturizzata di un mondo che ci circonda ed esiste.

“Ma sopratutto – conclude Barlacchi – che tali esemplari possono essere chiamati per il valore culturale e scientifico in mostre come queste ricche di storia e sapori del passato attraverso opere d’arte e vita di costume”.