Alessandro Martire, l’uomo che ha vissuto con i Sioux

SESTO FIORENTINO – Solo di recente si è tornati a partlare di indiani d’America e lo si è fatto a causa della protesta che i nativi americani stanno portando avanti da alcuni mesi contro la costruzione dell’oleodotto chiamato Dakota Access che dovrebbe attraversare gran parte degli stati, sferzando un duro colpo alla vita dei nativi […]

SESTO FIORENTINO – Solo di recente si è tornati a partlare di indiani d’America e lo si è fatto a causa della protesta che i nativi americani stanno portando avanti da alcuni mesi contro la costruzione dell’oleodotto chiamato Dakota Access che dovrebbe attraversare gran parte degli stati, sferzando un duro colpo alla vita dei nativi americani. Mentre si consuma la protesta “al di là dell’oceano”, c’è chi dal 1978 vuole far sentire la voce dei nativi americani, far conoscere la loro cultura e la loro spiritualità. E’ Alessandro Martire membro onorario della Nazione Lakota Sicangu di Rosebud, presidente dell’associazione Walbli Gleska e delegato in Italia presso l’Alta commissione dei diritti dell’uomo di Ginevra della Nazione Lakota Sioux. Martire è stato ospite venerdì 16 dicembre del Tè del venerdì il talk show semiserio di Sesto Tv e Piananotizie. “La passione per i nativi americani è da sempre – ha detto Martire – solo nel 1978 ho chiesto ai miei genitori di  partire per le grandi praterie. E mi hanno accontentato, lì ho studiato le sottoculture americane e mi sono laureato e ho vissuto per 10 anni con gli indiani Sioux fino a conoscere e apprezzare la loro cultura e la loro spiritualità e oggi sono uno di loro”. Martire oggi vive tra Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio dove ha una nutrita collezione di oggetti della cultura dei nativi. Uno di questi preziosi oggetti è stato portato in trasmissione: si tratta di un copricapo con penne di aquila dei Lakota Siox. “L’aquila è il rapace che vola più in alto – ha detto Martire – e i copricapo con un numero alto di penne di aquila sono il simbolo del più alto nella società”. Tra le molte curiosità spiegate da Martire sui nativi americani ci sono i colori utilizzati per gli abiti tradizionali e per gli arredi e accessori: nero, rosso, bianco e giallo come gli elementi terra, acqua, aria e fuoco e i punti cardinali. Oggi la questione dei nativi americani è tornato tristemente alla ribalta per l’oleodotto, molti sono i sostenitori anche tra i divi di Hollywood. “Da Robert Redford a De Niro fino a Di Caprio” ha detto Martire che ha partecipato alla realizzazione, come consulente, del film “Balla coi lupi” del 1990 con Kevin Kostner che ha curato anche la regia. Ma il primo momento in cui venne puntato il dito sulla condizione in cui erano costretti a vivere gli indiani (e continuano a vivere anche oggi) fu nel 1973 quando Marlon Brando rifiutò l’Oscar per Il Padrino e boicottò la cermonia mandando al suo posto una giovane Apache che denunciava il razzismo nel mondo del cinema.