FIRENZE – “Apprezzo molto l’intervento di Eike Schmidt sul tema dell’alluvione: la città di Firenze e le città della provincia fiorentina devono tornare a collaborare, soprattutto su un tema così decisivo”. Dopo l’intervento di Eike Schmidt è Paolo Bambagioni, capolista della lista civica, a inserirsi sul tema. “Anche io conosco bene il tema del rischio idrogeologico – prosegue Bambagioni ‐ perché, da sindaco di Signa, ho lavorato alle casse d’espansione e al Parco dei Renai, due interventi avviati in seguito all’alluvione degli anni ’90 che hanno migliorato il rapporto tra comunità umana e natura. Se non possiamo impedire il cambiamento climatico possiamo e dobbiamo fare molto di più per ridurne gli effetti e i danni prodotti, sia con l’uso della tecnologia sia recuperando un po’ di sana saggezza popolare, gestendo il territorio e tenendo in ordine anche il sistema fognario”.
“Se c’è un problema che richiede un approccio – aveva detto il candidato sindaco – da vero sindaco metropolitano è proprio quello del governo delle acque, che non conoscono confini amministrativi. Sono convinto che non serva rassegnarsi al cambiamento climatico, come ha fatto il Pd toscano, ma governare il territorio tenendo insieme le esigenze dello sviluppo economico e la tutela delle persone. Un tempo la saggezza popolare portava a costruire abitazioni e fabbriche in zone distanti dai corsi d’acqua, poi c’è il tema di rivedere il ruolo e i costi degli Enti preposti alla manutenzione che pur facendo molto per il territorio (penso alle casse di espansione realizzate negli ultimi 20 anni) sono molti e con competenze frammentate. Perché si può dire tutto sull’argomento ma due cose sono indubbie: prima di tutto l’acqua piovuta non ha trovato tombini e fogne libere pronte ad accoglierla (perché erano tutte intasate) e poi – cosa ancora più importante – non dimentichiamoci che a novembre l’acqua è uscita perché si sono rotti gli argini! Sono dunque vicino a chi ha subito una perdita e chi oggi rivendica inadempienze e ritardi e deve essere ascoltato. Chiudo dicendo che dobbiamo recuperare il rapporto con il fiume come base di una corretta convivenza uomo-natura”.