Anche in tempo di pandemia l’emergenza smog non si placa: Legambiente e i dati del dossier “Mal’aria”

FIRENZE – Presentati ieri a Firenze i dati del dossier di Legambiente “Mal’aria 2021” in Toscana alla presenza del presidente regionale di Legambiente Fausto Ferruzza, del responsabile del settore inquinamento atmosferico in Toscana Michele Urbano e del direttore generale Arpat Marcello Mossa Verre. E dai dati emerge che, nonostante la pandemia, l’emergenza smog non si è […]

FIRENZE – Presentati ieri a Firenze i dati del dossier di Legambiente “Mal’aria 2021” in Toscana alla presenza del presidente regionale di Legambiente Fausto Ferruzza, del responsabile del settore inquinamento atmosferico in Toscana Michele Urbano e del direttore generale Arpat Marcello Mossa Verre. E dai dati emerge che, nonostante la pandemia, l’emergenza smog non si è fermata.

Nel dossier, infatti, l’associazione ambientalista traccia un doppio bilancio sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia nel 2020, stilando sia la classifica delle città fuorilegge per avere superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili (Pm10) sia la graduatoria delle città che hanno superato il valore medio annuale per le polveri sottili (Pm10) suggerito dalle Linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, che stabilisce in venti microgrammi per metro cubo (20 µg/mc) la media annuale per il PM10 da non superare, contro quella di 40 µg/mc della legislazione europea. Con l’analisi dei dati Arpat “a confermare – si legge in una nota – le criticità storiche nella nostra regione: il Pm10 per la stazione di fondo di Capannori, nella Piana lucchese; il Biossido di azoto (NO2) per la stazione di traffico Firenze Gramsci, nell’agglomerato fiorentino; e l’Ozono (O3) per 6 delle 10 stazioni della rete regionale, ovvero Signa, Settignano, Montale, Maremma, Carignano (Lucca), e Montecerboli (Pisa)”.

“Legambiente ricorda che l’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana e che ormai esso è percepito dalla maggioranza dei cittadini italiani come un’aggravante acclarata degli effetti della pandemia. A pagarne le conseguenze sono, inevitabilmente, le fasce più deboli, – dichiarano Ferruzza e Urbano – ogni anno infatti sono oltre 60.000 le morti premature in Italia dovute allo smog, lutti che determinano anche un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra i 47 e i 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo); in Toscana per fortuna la situazione sta lievemente ma costantemente migliorando ed è evidente l’effetto positivo ingenerato dal sistema tramviario nell’agglomerato metropolitano di Firenze”.

Per quanto riguarda le proposte, “per Legambiente è urgente intervenire in maniera rapida con misure efficaci affrontando il problema in modo strutturale e con una pianificazione adeguata, incrociando due temi cruciali: quello della mobilità sostenibile e dell’uso dello spazio pubblico e della strada prevedendo interventi ad hoc che, se integrati insieme ad altre misure riguardanti il settore del riscaldamento e dell’agricoltura, potranno portare benefici immediati e duraturi. Occorre prevedere, ad esempio, il potenziamento del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa, elettrica ed efficiente per garantire il diritto di muoversi senza inquinare, lo stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città, senza deroghe né scappatoie, lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti. Perché stiamo parlando di incentivi che rischiano di far spendere molti soldi ai cittadini inutilmente, per comprare auto già obsolete o presto fuori legge. Occorre inoltre ripensare lo spazio pubblico con corsie preferenziali per Tpl, centri urbani a emissioni zero, con l’estensione delle aree pedonali nei centri urbani e nei quartieri, percorsi ciclo/pedonali e zone 30. Sul fronte del riscaldamento domestico, servono abitazioni ad emissioni zero, grazie alla capillare diffusione del “Bonus 110%” che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie più obsolete. Infine, serve anche un cambiamento della filiera agro-zootecnica rafforzando ed estendendo temporalmente le misure invernali di limitazione o divieto di spandimento di liquami e digestati; istituendo l’obbligo di copertura delle relative vasche di stoccaggio; sostenendo, attraverso misure PSR, investimenti aziendali volti ad attuare operazioni di trattamento, sia delle emissioni di stalla sia dei liquami e letami, con processi che prevedano la produzione di biometano, la separazione solido-liquido, le macchine agricole per migliorare la modalità di applicazione al suolo di liquami e digestati”.

Qui di seguito il link al dossier completo 20210210131705297.pdf (cittametropolitana.fi.it)