Anche Signa piange la morte di Renato Benaglia. Il ricordo commosso di Fabrizio Borghini

SIGNA – Lutto nel mondo del calcio, in casa Fiorentina ma anche al Signa. E’ morto infatti nei giorni scorsi Renato Benaglia, scomparso a Firenze all’età di 84 anni. La città dove ha giocato, che ha sempre amato e dove era rimasto a vivere, Veneto di Valeggio sul Mincio, Benaglia ha vissuto le tappe più importanti della carriera proprio […]

SIGNA – Lutto nel mondo del calcio, in casa Fiorentina ma anche al Signa. E’ morto infatti nei giorni scorsi Renato Benaglia, scomparso a Firenze all’età di 84 anni. La città dove ha giocato, che ha sempre amato e dove era rimasto a vivere, Veneto di Valeggio sul Mincio, Benaglia ha vissuto le tappe più importanti della carriera proprio a Firenze, in maglia viola, ovvero dal 1959 al 1961 e dal 1963 al 1965, con un totale di 75 presenze e 2 reti. Ed è stato soprattutto uno degli eroi del successo viola nella Coppa delle Coppe 1960-1961 e nella Coppa Italia della stessa stagione, diventando poi allenatore nel settore giovanile viola. Benaglia aveva smesso con il calcio giocato a 29 anni, dedicandosi al ruolo di allenatore, svolto fino agli anni Ottanta. In questo arco di tempo è stato anche a Signa, prima come allenatore/giocatore e poi soltanto come tecnico tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. 

Ed è proprio rifacendosi agli anni signesi che pubblichiamo il ricordo del nostro collega Fabrizio Borghini, che all’epoca vestiva la maglia gialloblu.

Con la scomparsa di Renato Benaglia ho perso un grande amico. Qualche settimana fa dovevamo incontrarci a pranzo ma non si sentiva bene e ho perso l’ultima occasione per condividere il piacere di stare con lui. Aveva conseguito il diploma di maestro elementare in un’epoca in cui pochissimi calciatori avevano frequentato le scuole oltre la terza media. Era appassionato di letteratura da sempre e soprattutto dopo avere conosciuto Luciano Bianciardi che, sapendo che era nato a Valeggio sul Mincio, lo incontrò in un ritiro a Genova e poi rimase in contatto con lui per scrivere “La battaglia soda”. Nella stagione 1969/1970 l’ho avuto come allenatore al Signa e ho potuto verificarne da vicino non solo le sue capacità tecniche ma anche i valori umani. In Tv, inoltre, mi ha affiancato per molti anni come opinionista, confermandosi sempre pacato e obiettivo nei giudizi. Ciao Renato.

Fabrizio Borghini