SESTO FIORENTINO – Seicento anni fa, il 14 novembre, Querceto lasciava la podesteria di Calenzano e passava sotto quella di Sesto. L’associazione Antico Borgo di Querceto dopo aver effettuato alcune ricerche storiche ha scoperto la data del passaggio di confini e ha realizzato, per ricordare quel momento, un video che comparirà sui canali social dell’associazione proprio il 14 novembre. Nel video si ripercorre con una rivisitazione storica la giornata in cui 600 anni fa il Messo annunciò alla popolazione di Querceto che il borgo sarebbe entrato nel territorio sestese. “Abbiamo trovato un atto originario all’Archivio di Stato – racconta Alessandro Ricci dell’associazione Antico Borgo di Querceto – dove compare il passaggio del borgo di Querceto da Calenzano a Sesto, atto che nel video da noi realizzato viene letto dal Messo. Il testo di quel documento era in latino”. L’associazione di Querceto da sempre si occupa della valorizzazione del territorio e della storia di quella porzione di Sesto Fiorentino recuperando vicende e racconti locali.
“Il video realizzato a costo zero grazie alla partecipazione dei volontari – spiega Ricci – e con l’aiuto del videomaker Claudio Sisani. Lo abbiamo fatto anche per far conoscere a chi si è trasferito da fuori a Querceto che questo non è un quartiere nato per caso, non sono in un territorio anonimo. Da molti anni mettiamo in atto rievocazioni storiche a Querceto adesso vediamo se utilizzando anche l’abilità del videomaker riusciremo a mettere in piedi altre iniziative come quelle fatte in passato il Medioevo alle porte di Firenze”.
La ricerca da parte dei volontari dell’associazione è partita dalla lettura di un libro su Sesto Fiorentino di Arturo Villoresi e poi si è spostate nell’Archivio di Stato per recuperare i documenti. “Ci siamo informati leggendo libri sulla battaglia di Montaperti – racconta Alessandro Ricci – in cui si racconta di quando a Santa Maria a Querceto venne raccolta una grande quantità di pane e fornito a Firenze per la battaglia fornendo anche cinque uomini dei quali ne tornò uno solo Braculo. Storie come queste potrebbero diventare microvideo per raccontare un territorio al quale teniamo molto e che vogliamo valorizzare”.