Archivio della ceramica sestese, uno spazio della storia in centro (2)

SESTO FIORENTINO – Entrando nell’Archivio della ceramica sestese colpisce l’area esterna dove, sotto una tettoia, sono collocate alcune copie di opere artistiche, uno spazio adeguato ad un luogo che può essere visitato non solo dagli esperti. Siamo in via Savonarola 37, l’area dell’ex cantiere comunale. In questi locali ristrutturati e riadattati l’amministrazione comunale ha allestito […]

SESTO FIORENTINO – Entrando nell’Archivio della ceramica sestese colpisce l’area esterna dove, sotto una tettoia, sono collocate alcune copie di opere artistiche, uno spazio adeguato ad un luogo che può essere visitato non solo dagli esperti.
Siamo in via Savonarola 37, l’area dell’ex cantiere comunale. In questi locali ristrutturati e riadattati l’amministrazione comunale ha allestito l’Archivio storico.
L’Archivio è stato istituito nel 1989 con l’obiettivo di valorizzare la storia e la tradizione ceramica sestese. Con gli anni ha raccolto un numero considerevole di materiale: negli anni Novanta vennero acquistati circa 3mila bozzetti e spolveri e oltre 1.500 modelli e forme in gesso utilizzati. Nella prima metà del ‘900 da due delle più prestigiose manifatture artigianali sestesi: la Manifattura Egisto Fantechi e la Ceramica Artistica Ciulli. Negli anni successivi si è svolto il lavoro di catalogazione, di pulitura e di restauro dei moltissimi reperti acquisiti. L’Archivio si è poi arricchito con l’acquisizione di alcune centinaia di modelli e forme in gesso realizzati nel secondo dopoguerra dalla Manifattura La Perla e da circa 3mila foto che documentano la produzione della Manifattura Richard-Ginori negli anni  Trenta.
Da via Tevere all’Osmannoro, l’Archivio è arrivato a due passi dal centro cittadino, vicino a piazza della Chiesa dove è stata collocata una indicazione turistica, perché l’Archivio è anche una opportunità turistica per Sesto Fiorentino.

L’Archivio offre al pubblico la possibilità di conoscere le fasi che precedono la realizzazione di un oggetto finito in ceramica.
I materiali conservati consentono di immergersi in un’epoca in cui il progetto di un’opera in ceramica, realizzato su carta (a lapis, ad inchiostro o ad acquerello), era già un’opera di pregio artistico, e solo grande maestria e raffinate tecniche consentivano ai modellatori di realizzare in gesso statue, formelle, vasi che costituivano i prototipi degli oggetti in ceramica. Utilizzando i modelli venivano realizzate forme a tasselli in gesso (composte talvolta da decine di pezzi) nelle quali l’impasto veniva calcato o colato, e solo allora prendeva concretamente forma l’oggetto in ceramica.
“Non è un museo – spiega l’assessore all’economia Roberto Drovandi – è un archivio. Lo scopo principale è conservare un patrimonio e renderlo disponibile a chi lo vuole utilizzare. Avendo trasferito qui vicino al centro l’Archivio potrà essere fruibile”.

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