SESTO FIORENTINO – Presentando la Scuola di liuteria “Fernando Ferroni” di Sesto, il liutaio maestro artigiano Fabio Chiari ha esortato la Regione Toscana “a semplificare la burocrazia che è ormai datata e che non iauta le piccole imprese a trovare un rilancio per uscire da questa crisi economica”. La Scuola di Sesto, spiega Chiari, “rappresenta un’occasione per molti giovani e non più giovani che sono alla ricerca di un lavoro capace di ottenere. da una ben precisa nicchia di mercato, un reddito importante”. Ma i regolamenti della Regione Toscana, anche in materia di accreditamento delle scuole, creano ostacoli insormontabili perché anacronistici. “Oggi che siamo conenssi con qualsiasi strumento – ha continuato Chiari – la Regione ci chiede come condizione indispensabile l’allaccio di una rete telefonica fissa. Non commento”. I liutai guidati da Chiari non chiedono “soldi dalla politica ma un impegno concreto per non affossare un settore che sui mercati internazionali ha molto da dire”. Preoccupazione è stata espressa per le annunciate sanzioni contro la Russia (“mercato importantissimo per la liuteria italiana”) mentre non esiste un supporto concreto per sostenere il prodotto toscano (Chiari chiede il riconoscimento della Liuteria Toscana che affonda le radici nel 1200 pur non cesplicitando la richeista di un marchio specifico) su un mercato gigantesco come quello cinese. “Quello e l’Oriente in generale – ha concluso Chiari – rappresenta un potenziale altissimo per la liuteria: quelli sono paesi dove moltissimi sanno suonare anche un Capriccio di Paganini. Mica come da noi che ci si limita al Gallo canta suonato col flautino alle elementari”.
All’iniziativa, che si è tenuta nel Salone delle Feste del Consiglio Regionale di via Cavour a Firenze, ha partecipato, fra gli altri, la presidente della Cna della Piana Ornella Giomini.