Artigianato moda, i soldi degli ammortizzatori sociali non arrivano: “Siamo fermi a maggio/giugno, è una vergogna, la politica intervenga”

FIRENZE – La Filctem Cgil di Firenze denuncia ancora una volta “l’intollerabile situazione che stanno vivendo i lavoratori del comparto artigianato, in attesa ormai da mesi dell’assegno di integrazione salariale da parte dell’ente bilaterale FSBA”. Si parla di cifre che non arrivano a mille euro al mese: “In Toscana, stima sui dati Ebret, – si […]

FIRENZE – La Filctem Cgil di Firenze denuncia ancora una volta “l’intollerabile situazione che stanno vivendo i lavoratori del comparto artigianato, in attesa ormai da mesi dell’assegno di integrazione salariale da parte dell’ente bilaterale FSBA”. Si parla di cifre che non arrivano a mille euro al mese: “In Toscana, stima sui dati Ebret, – si legge in una nota – sono coinvolte circa 13.000 persone nel settore moda e circa 80.000 considerando il settore moda e anche gli altri comparti (dalla meccanica al lapideo fino al legno)”.

“E’ insopportabile leggere – dice Alessandro Lippi della Filctem Cgil – che si trovino le risorse per vacanze e monopattini e non per rispondere alle legittime aspettative di questi lavoratori che rischiano di sprofondare in un abisso di frustrazione, in attesa di avere e come promesso, il pagamento dell’ammortizzatore sociale fermo a maggio/giugno e siamo ormai a novembre. Siamo ormai al paradosso che alcuni dipendenti chiedono espressamente di essere licenziati anche con motivazioni di giusta causa, pur di ricevere almeno il sussidio di disoccupazione. Oppure si dicono disponibili di pagare loro, al posto dell’azienda, il contributo dovuto all’Inps in caso di licenziamento. Pagare per essere licenziati, è una vergogna da risolvere”.

“Da noi in Cgil – aggiunge Lippi –  vengono e chiamano molti lavoratori disperati, spesso donne, perché – si sa – la crisi e l’inefficienza la pagano quasi sempre in maniera maggiore i soggetti cosiddetti più deboli ma che si fanno carico del peso maggiore legato alla famiglia. Donne sole con figli a carico che non riscuotono quasi nulla da giugno, donne che non ce la fanno più a vivere l’ansia degli impegni quotidiani a cui non riescono più ad adempiere. Questo toglie dignità al lavoro ed alle persone. Chiediamo quindi ancora a tutte le forze politiche di adoperarsi per sbloccare velocemente risorse necessarie al fine di risolvere una vergogna che in primo luogo politica e umana”.