Auser e Regione: giovani e anziani per le competenze digitali

SESTO FIORENTINO – Auser e Regione Toscana possono fare squadra per la promozione di uno stile di vita sano e consapevole. Anzi, già lo fanno. L’associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e valorizzare il loro ruolo nella società, forte di 194 sedi disseminate in tutta la Toscana, […]

SESTO FIORENTINO – Auser e Regione Toscana possono fare squadra per la promozione di uno stile di vita sano e consapevole. Anzi, già lo fanno. L’associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e valorizzare il loro ruolo nella società, forte di 194 sedi disseminate in tutta la Toscana, ha infatti firmato nei mesi scorsi un accordo di collaborazione con la Regione, con Anci Toscana, Federsanità e le tre aziende Usl, per la promozione della salute nella popolazione anziana. L’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini lo ha ricordato, intervenendo il 1 marzo ad un’iniziativa di Auser a Sesto Fiorentino che scaturisce dal  protocollo e che ha coinvolto anziani e  giovani dell’Istituto Elsa Morante di Firenze per l’avvio di un percorso formativo, innovativo,  sulla sanità digitale. 

Trasmettere conoscenze e competenze digitali tra i giovani studenti e i soci Auser, rendendo i servizi di sanità digitale alla portata di tutti, era lo scopo. L’ingegner Belardinelli della Regione Toscana, per un giorno in cattedra, ha spiegato, tra i vari temi, come funziona il fascicolo sanitario elettronico, che raccoglie tante informazioni, referti ma anche le ricette di ciascun assistito, e la App Toscana Salute. Gli studenti dovranno a loro volta  trasferire  agli anziani di almeno tre sedi  Auser in Toscana, coinvolgendo più di cento cittadini.  Otto lezioni utili per l’accesso ai servizi in piena sicurezza con l’identità digitale Spid, per la prenotazione degli esami sanitari e delle vaccinazioni, per l’utilizzo anche delle televisite, la consultazione e la stampa dei risultati degli esami ma anche, con una prospettiva più ampia,  in un’osmosi tra giovani ed anziani, sull’uso dei social media e degli smartphone in maniera consapevole ed utile, in coerenza con quanto previsto dal programma sulle “comunità attive” dell’attuale piano regionale della prevenzione. 

“Migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano  – ha aggiunto Bezzini –  è una delle priorità delle società di oggi ed un tema ancor più urgente ed attuale in Toscana, che tra le regioni non solo conta la più alta percentuale di persone anziane ma anche la più alta aspettativa di vita a 65 anni: 19 anni per gli uomini e 22 per le donne. Da qui l’impegno comune a sviluppare consapevolezza nelle scelte di salute individuali e collettive”. “In questo – continua l’assessore – la tecnologia ha un ruolo rilevante, poiché semplifica l’accesso ai servizi.  Progetti come questo, di carattere intergenerazionale, sono preziosi perché rispondono all’obiettivo dell’alfabetizzazione informatica per le fasce di età che hanno meno confidenza con la tecnologia, oltre a sensibilizzare le nuove generazioni all’utilizzo degli strumenti di sanità digitale”.

“Questo progetto si inserisce perfettamente nel percorso di Auser –  ha detto nel suo intervento di presentazione  la presidente di Auser Toscana, Simonetta Bessi  – Da un lato c’è il rapporto tra generazioni che si completano e si scambiano informazioni e dall’altro la crescita culturale dal punto di vista digitale, attraverso la conoscenza di nuovi strumenti di comunicazione. Alla base di questo progetto di cui la formazione e le competenze digitali, due aspetti in cui Auser crede e sviluppa proprie iniziative. Alla base di questo progetto ci sono la formazione e le competenze digitali, due aspetti in cui Auser crede e sviluppa proprie iniziative. Ci parteciperanno cento anziani, che inizieranno un percorso formativo sulla gestione digitale del rapporto con la sanità”.

Auser Toscana sarà un alleato importante per avvicinare i toscani con più anni sulle spalle e convincerli ad aderire ad iniziative di prevenzione, agli screening ma anche alle vaccinazioni, come pure per mettere in campo iniziative solidali rivolte a persone fragili o in stato di isolamento. Un uomo anziano e due donne anziane su dieci vivono infatti da sole.