Baratti (Lega) “Tante domande e poche risposte sulla vicenda del Castello”

CALENZANO – “Sono stato accusato ingiustamente di fare l’investigatore e di sospettare ‘cose losche’ quando in realtà l’intenzione è quella di fare chiarezza esclusivamente nell’interesse dei cittadini”. E’ quanto afferma, in una nota, il capo gruppo della Lega Daniele Baratti riferendosi alla seduta del consiglio comunale sulla vendita del Castello di Calenzano. “Di fatto, vi […]

CALENZANO – “Sono stato accusato ingiustamente di fare l’investigatore e di sospettare ‘cose losche’ quando in realtà l’intenzione è quella di fare chiarezza esclusivamente nell’interesse dei cittadini”. E’ quanto afferma, in una nota, il capo gruppo della Lega Daniele Baratti riferendosi alla seduta del consiglio comunale sulla vendita del Castello di Calenzano. “Di fatto, vi sono alcune situazioni da sottolineare. – prosegue Baratti – In primis, la vicenda dell’affitto. Nel 2019 avevo richiesto di conoscere il canone annuo che paghiamo al proprietario del Castello. Dati che ho ricevuto firmati dal sindaco ma oggi scopriamo che non sono corretti (e neanche di poco). Errore di un collaboratore?”.

“E perché – aggiunge Baratti – il sindaco non controlla ciò che firma? Ma parliamo dei ‘nuovi’ dati: nel 2016, 2017 e 2018 il canone annuo era di circa 95mila euro. Soltanto adesso scopriamo che il 1 luglio 2020, in piena pandemia, la Calenzano Comune srl (società in house del Comune) si è accordata per aumentare il canone a circa 106mila euro. Perché? Il sindaco ha affermato che questa operazione è stata fatta a sua insaputa. Ma come? Il comune è socio unico della società e non sa che è stato rimodulato l’affitto di un immobile pregiato come il Castello di ben 11mila euro? In piena pandemia, quando tutti in Italia chiedevano di rimodulare al ribasso gli affitti noi, invece, abbiamo visto aumentare il canone”.

Il secondo punto sottolineato da Baratti è “il valore di acquisto”. “Nel 2019 è stata richiesta una perizia ad un architetto pagata circa 7mila euro – prosegue Baratti – che fissava il valore dell’immobile a 2.394.000 euro. Nel 2021, dopo due anni, il Comune ha richiesto una nuova perizia che attesta il costo a 3.250.000 euro in base ai valori OMI. Gli stessi valori OMI che nella relazione del 2019 si diceva di non poter prendere in riferimento in quanto l’uso pubblico cui è stato dedicato il Castello è tutt’altro che normale e quindi inutile cercarne i valori OMI. Quindi circa 800mila euro di differenza che hanno portato il sottoscritto a richiedere una terza perizia prima di impegnare soldi dei cittadini. Da rilevare che, per quanto riguarda la seconda perizia, il sindaco non ha saputo rispondere su quanto è costata e soprattutto non è stata visionata dai consiglieri né in commissione né in consiglio comunale. Oltre a tutto questo è stato trovato il tempo anche per le “battute” con il sindaco che dice di essere anziano oltre che cagionevole di testa e non ricorda le domande fatte dal sottoscritto pochi minuti prima. Infine mi sono sentito dire che non dobbiamo guardare troppo i conti ma il valore del bene e ciò che rappresenta. E se i soldi da spendere fossero quelli del proprio conto corrente invece che del comune, curerebbero maggiormente questo aspetto?”.

“Tutti noi – conclude Baratti – concordiamo sul valore importante del Castello per Calenzano ma restano perplessità sulle modalità che hanno portato alla scelta di acquistarlo. Altresì, genera un sentimento di amarezza che un sindaco non sia a conoscenza di alcune vicende fondamentali. Caro sindaco, non faccio l’investigatore ma il consigliere di opposizione che da 7 anni vigila sul vostro operato esclusivamente nell’interesse dei cittadini”.