Bianchi (Confesercenti): “Non parliamo di “ristori”. Indennizzi e certezze, ecco cosa vogliamo nel 2021″

FIRENZE – Certezze. Per il lavoro da svolgere quotidianamente. E’ quelle che chiede, a nome delle imprese che rappresenta, Claudio Bianchi, presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze. “E’ iniziato da pochi giorni il 2021 – dice Bianchi – e ci troviamo ancora in una situazione di emergenza sanitaria ed economica, caratterizzata da una grande incertezza per […]

FIRENZE – Certezze. Per il lavoro da svolgere quotidianamente. E’ quelle che chiede, a nome delle imprese che rappresenta, Claudio Bianchi, presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze. “E’ iniziato da pochi giorni il 2021 – dice Bianchi – e ci troviamo ancora in una situazione di emergenza sanitaria ed economica, caratterizzata da una grande incertezza per il futuro delle Pmi del commercio e del turismo. Bar, pub, ristoranti e le altre attività del food sono al limite; così come le attività del settore commercio. E’ impossibile e inaccettabile gestire un’impresa con continui “stop and go”, in questo modo è impossibile organizzare la nostra attività quotidiana: chiediamo rispetto e certezze per il nostro lavoro”. “Vorrei non parlare di “ristori” – aggiunge Bianchi – ma di indennizzi, perché le nostre attività sono state chiuse per decreto, non “per scelta”. Senza sostegni immediati, e ben più consistenti di quelli ricevuti fino ad ora, migliaia di imprese falliranno. E già questo gennaio, molte non hanno riaperto perché prive della liquidità necessaria”.

“Prolungare ancora le restrizioni e introdurne di nuove ancora più stringenti – dice il presidente di Confesercenti – vuol dire penalizzare e colpire ancora una volta più forte le imprese. Nonostante non fosse sufficiente a recuperare quanto perso con le restrizioni, in questi mesi l’asporto ha permesso a molte attività di galleggiare. Oltre all’aspetto economico, il divieto di asporto, dopo le 18 per i bar, rischia anche di avere un impatto psicologico sugli imprenditori, che si vedono privati anche di quel poco di lavoro che era rimasto. Chiediamo di poter lavorare in sicurezza e nel pieno rispetto delle regole; chiediamo rispetto e dignità per il nostro lavoro”.

“Tutti noi – conclude – crediamo che sia fondamentale tutelare e salvaguardare l’aspetto sanitario, rispettando le regole e misure previste. Una scelta per la salute che, però, non è stata sostenuta da una politica di sostegno alle imprese sufficiente; moltissime attività sono vicine a superare il punto di non ritorno. Se bar e ristoranti vanno chiusi per il bene di tutti, lo Stato garantisca sostegni consistenti ad imprenditori e lavoratori e si faccia carico delle spese fisse, dalle bollette alle utenze. Il Governo dia risposte chiare e immediate alle imprese che nei mesi scorsi hanno dimostrato di poter lavorare garantendo la sicurezza propria e dei clienti”.