Bilancio di previsione della Città metropolitana: le prime reazioni

FIRENZE – Approvato – e presentato – il bilancio di previsione della Città metropolitana, sono arrivate anche le prime reazioni. “In un periodo storico così complicato per la finanza locale – afferma il capo gruppo del Pd Massimo Fratini – la Città metropolitana di Firenze è riuscita a trovare, tra le altre risorse, 126 milioni […]

FIRENZE – Approvato – e presentato – il bilancio di previsione della Città metropolitana, sono arrivate anche le prime reazioni. “In un periodo storico così complicato per la finanza locale – afferma il capo gruppo del Pd Massimo Fratini – la Città metropolitana di Firenze è riuscita a trovare, tra le altre risorse, 126 milioni di euro per l’edilizia scolastica e 91 per la viabilità. E’ un traguardo ragguardevole. Ma sono state investite a questo livello di area vasta così tante risorse, nemmeno quando c’era l’ex Provincia. Sono soddisfatto soprattutto perché in questo bilancio ogni zona del territorio risulta centrale. Nessuno è stato trascurato. Perfino le opposizioni hanno avuto parole di elogio, gli unici rilievi mossi sono di tipo gestionale ma non programmatico. Vorrei sottolineare, tra i tanti, alcuni interventi: 9,6 mlioni di euro per Sant’Orsola, la variante di Grassina, la passerella di San Donnino e la cassa di espansione di Fibbiana”.

“E’ sicuramente positiva la volontà di allargare la platea degli investimenti sul territorio – commenta Paolo Gandola per il gruppo Centrodestra per il cambiamento – ma notiamo con preoccupazione che tra la programmazione e l’effettiva messa in cantiere delle opere passano troppi anni. Basti pensare al caso della passerella tra San Donnino e Badia a Settimo in ritardo di quasi un decennio, o alla situazione della variante di Grassina che a oggi è ancora all’anno zero e che proprio oggi, con un voto su di un apposito atto separato, si cerca di far ripartire. D’altra parte anche l’effettività della realizzazione degli investimenti, soprattutto quelli sull’edilizia scolastica, sono a rischio e sono gli stessi revisori dei conti a scriverlo nella loro relazione”. In particolare, “mi preme evidenziare come il cronoprogramma del piano opere pubbliche sia effettivamente realizzabile a condizione che siano concretamente reperite le risorse dalla programmazione unica nazionale 2018-2020 e dai finanziamenti del Miur, nonché dal Bando Missione Comune, di cui è in dubbio la riproposizione anche negli anni a venire. Preoccupazione, poi, per la situazione di cassa dell’ente che passa da 147 milioni del 2018 a 71 nel 2019, un forte peggioramento che ci preoccupa, così come ci preoccupa il peggioramento dell’equilibrio di parte corrente che sebbene permanga a livello positivo è anch’esso in peggioramento e che rappresenterà una criticità anche per gli anni 2021 e 2022”. Per ciò che concerne il bilancio “siamo altrettanto basiti che nel piano opere pubbliche allegato non ci sia niente sul Ponte del Giglio, un’opera strategica e urgente per il nostro territorio a dimostrazione di come ci sia poca lungimiranza circa la priorità delle opere di investimento da realizzare”.

Voto negativo anche dal gruppo Territori Beni Comuni: “No anche agli atti collegati e all’aggiornamento del Documento Unico di Programmazione. La quantità di investimenti messi in campo, che non abbiamo problemi a riconoscere essere notevole – spiega il capo gruppo Enrico Carpini – non deve illudere sull’effettiva capacità di messa a frutto. L’organizzazione dell’ente è lontana dall’essere considerata soddisfacente e gli obiettivi strategici presentati oggi non tengono conto di alcuni punti a cui teniamo molto: dalla messa a regime di somme certe per le manutenzioni stradali sottolineata anche dai Sindaci intervenuti nella Conferenza Metropolitana, alla gestione del patrimonio anche in un’ottica di valorizzazione delle gestioni civiche, per arrivare al sottovalutato impatto della riassegnazione delle competenze in materia ambientale”. “Sul lato degli investimenti in edilizia scolastica – conclude – registriamo un buon trend, ma non completamente sufficiente anche alla luce del recente evento sismico in Mugello, che ci insegna come sia urgente intervenire su tutti i plessi. Per gli investimenti in infrastrutture viarie, infine, rileviamo una generale difficoltà nello stare al passo con le esigenze del territorio: particolarmente rilevanti sono la scarsa concretezza degli impegni che riguardano il ponte di Signa, già oggetto di una nostra osservazione al Pums e gli incrementi di costi previsti in ben 12 mln di euro per l’agognata realizzazione della variante di Grassina”.