Bonifica: “Bollettini più equi, Consorzi più snelli e maggiore sicurezza”

SESTO FIORENTINO – Stanno iniziando ad arrivare, ai consorziati di tutta la Toscana, i nuovi bollettini con il tributo di bonifica (relativi all’annualità 2016), elaborato in base a parametri diversi rispetto al passato. In particolare, sono 1,6 milioni i bollettini che arriveranno; l’80% dei toscani pagherà meno di 50 euro. Le cifre sono basse soprattutto […]

SESTO FIORENTINO – Stanno iniziando ad arrivare, ai consorziati di tutta la Toscana, i nuovi bollettini con il tributo di bonifica (relativi all’annualità 2016), elaborato in base a parametri diversi rispetto al passato. In particolare, sono 1,6 milioni i bollettini che arriveranno; l’80% dei toscani pagherà meno di 50 euro. Le cifre sono basse soprattutto per le famiglie medie, mentre pagano somme maggiori i grandi proprietari immobiliari (solitamente enti pubblici, holding immobiliari, grandi proprietari terrieri, ecc). L’ammontare totale del tributo 2016 è di circa 80 milioni di euro.

A cambiare, rispetto al passato, in base alle linee guida dettate dalla legge regionale 79/2012, sono i criteri individuati per ripartire fra i consorziati il tributo di bonifica e le modalità di organizzazione dell’intero settore della bonifica e della difesa del suolo. Da quest’anno infatti diventa interamente operativa la riforma che ha portato, in Toscana, a un percorso virtuoso di razionalizzazione degli enti che si occupano di bonifica e difesa del suolo, passando dai precedenti 26 (13 Consorzi di bonifica e 13 Comunità Montane) a 6 (numero degli attuali Consorzi di bonifica).
Non solo: “Proprio per rispondere all’esigenza di una manutenzione sempre più attenta dei corsi d’acqua, necessaria a maggior ragione per le mutate condizioni climatiche e per evitare problemi nelle zone collinare che registrano una minor presenza umana, – si legge in una nota – un numero più alto di corsi d’acqua sarà soggetto a manutenzione da parte dei Consorzi di bonifica. Non rientrano nelle competenze dirette dei Consorzi i grandi fiumi, ovvero quelli classificati in prima e seconda categoria idraulica. Su questi competenze, poteri decisionali e progettuali restano affidati a Comuni, Province e Regione, che comunque si avvalgono quotidianamente dei Consorzi di bonifica, con i relativi mezzi e personale, per l’esecuzione materiale dei lavori”.

Fra le tante novità, particolarmente significative quelle relative alle province di Firenze, Siena e Lucca. Nel primo caso, il tributo di bonifica, che fino allo scorso anno si pagava nell’hinterland e solo in alcune zone della città, è stato ripartito su tutta la città e tutta la provincia, incrementando il reticolo gestito, potenziando i lavori sull’Arno. Questo ha portato a un aumento del 65% del numero dei bollettini (da 244.000 a 403.000) inviati a Firenze e provincia. Nella città di Firenze si passerà da 31.000 bollettini a 182.000, arrivando così a un abbassamento della somma media da pagare del 6% nelle zone che già pagavano.

“Il principio – spiega il presidente di Anbi Toscana, Marco Bottino – è pagare equamente tutti con le stesse regole, perché la sicurezza idrogeologica non può essere a macchia di leopardo. Il nuovo assetto della bonifica in Toscana ha portato anche a un aumento del reticolo affidato ai Consorzi, unendo quindi l’omogeneizzazione e ottimizzazione delle spese a un aumento dei lavori e della sicurezza. Adesso il lavoro dei nuovi Consorzi di Bonifica copre tutta la Regione, garantendo standard di attività uniformi. In alcune zone della Toscana, i nuovi Consorzi hanno cominciato a gestire per la prima volta, in modo sistematico nuovi corsi d’acqua che, fino ad oggi interessati solo a interventi straordinari (magari dopo eventi calamitosi). Questo significa controlli e pulizia periodici, sfalcio della vegetazione e verifiche sulle opere idrauliche presenti, come paratoie, idrovore, chiaviche e chiuse. Il tutto viene finanziato come sempre la propria attività con il tributo di bonifica. La riforma ha anche portato a una profonda razionalizzazione del settore, aumentando l’operatività dei Consorzi e snellendo tutti quei retaggi del passato che spesso erano oggetto di critiche”.