SESTO FIORENTINO – Tre monologhi dedicati a “La lingua toscana e il teatro. Un focus sulla drammaturgia toscana contemporanea”: è quanto proposto da AttoDue nell’ambito di Tram teatro di residenza artistica multipla, al Teatro della Limonaia sabato 25 marzo alle 21. Titolo dello spettacolo è “Bottegai. Un delirio, una riflessione una confessione” ovvero tre monologhi di Ugo Chiti: Rutilio, Silvana, La porcilaia. In scena Andrea Costagli, Massimo Salvianti e Lucia Socci.
Tre monologhi che si accostano assieme seguendo l’apparente logica di un divertito passaggio temporale. Tre storie scritte in tempi diversi, per occasioni diverse che rivelano un legame reciproco, una serie di punti comuni, una sorta di comune ribaltamento delle convenzioni. Così la parola “bottegai”, questo dispregiativo, questo termine assolutamente offensivo, diventa, nel designare i tre protagonisti delle storie una specie di affettuoso epiteto.
Rutilio Canova: un delirio. E’ un libero adattamento da un racconto di Cicognani, un bozzettone grottesco, tutto impastato di echi vernacolari che tiene presente certi divertiti sarcasmi di Aldo Palazzeschi. In un paesaggio di inizi secolo si consuma l’ossessione di un ricco bottegaio, la smania di esibire un figlio studioso, un intellettuale che riscatti la “dannazione della bottega”.
Silvana: una riflessione. Silvana è un personaggio che si pone al centro di un paesaggio storico ben precisato. Figlia e soprattutto moglie di un bottegaio, Silvana, persa in una quieta agonia, ripercorre la vita dall’infanzia alla maturità registrando, con accenti appena rancorosi, le ritualità, i comportamenti e le mutazioni avvenute in un arco di tempo che va dagli anni cinquanta alla fine degli anni ottanta.
La Porcilaia: una confessione. Forse non a caso, in questo breve monologo, manca il nome proprio del personaggio. Ci troviamo davanti ad un “igienico”, giovanissimo uomo di oggi, una specie di creatura sconosciuta eppure terrestre, banale, monocorde nell’esposizione fredda dei fatti. Il protagonista di La porcilaia è un piccolo imprenditore preoccupato di prendere tutte le distanze dalle radici come da una tradizione famigliare per essere più riconoscibile nella “genetica” di una società omologata e omologante.
Produzione Arca Azzurra Teatro. Biglietto intero 10 euro riduzione Arci, Coop 8 euro.