FIRENZE – Confesercenti all’attacco dopo la firma del Governo sul nuovo Dpcm. “Il Dpcm firmato nelle ultime ore dal presidente Conte contiene nuove norme restrittive per bar e ristoranti. Si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working”. A parlare così è Franco Brogi, presidente di Fiepet Confesercenti Toscana, commentando la chiusura anticipata delle attività di ristorazione prevista dal Governo. “La pandemia – si legge in una nota – ha già causato numerose chiusure, la perdita di posi di lavoro e le nuove misure di contenimento del virus vedranno abbassare ulteriormente i fatturati del nostro settore”.
“Queste chiusure anticipate – ha continuato Brogi – coinvolgono migliaia di imprese e famiglie che hanno lottato in questi mesi per rimanere a galla e speso tantissimo per il rispetto delle norme imposte dalla necessità di evitare il contagio. Oggi per loro arriva un ulteriore danno: solo l’annuncio e i timori di una nuova stretta su bar, pub, ristoranti, pizzerie e pubblici esercizi in generale hanno fatto perdere nei giorni scorsi alle nostre imprese il 20% del fatturato. Percentuale che nei prossimi 30 giorni, per le attività costrette alla chiusura anticipata, salirà fino a toccare il 40%. E’ evidente che per fronteggiare tale situazione sia indispensabile l’adozione urgente di misure straordinarie mirate e ben calibrate per questo settore, sia a livello regionale, che nazionale”.
Queste le richieste di Fiepet Confesercenti Toscana: contributo a fondo perduto a vantaggio delle imprese penalizzate da perdite di fatturato derivati dalle conseguenze delle misure di contenimento; proroga degli ammortizzatori sociali per il comparto; intervento straordinario dello Stato per aiutare le imprese del comparto a sostenere i costi fissi (locazioni e utenze in particolare); proroga concessione gratuita suolo pubblico per l’intero 2021.
“Lo ribadiamo, – ha concluso il presidente di Fiepet – la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto ma non è possibile penalizzare un settore che chiaramente non può essere la causa dell’impennata dei contagi. È necessario appellarsi alla responsabilità e al senso civico di tutti per arginare il contagio. Chiudere in anticipo e in maniera indiscriminata le attività di ristorazione potrebbe portare infatti più danni che benefici, con imprenditori sempre più in difficoltà e cittadini che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove sarà minore la possibilità di controllare distanziamento e rispetto delle regole”.