Brunori (Lega) “Bene la mostra sulle opere della Ginori, ma ora andiamo oltre”

SESTO FIORENTINO – “Finalmente le porcellane tornano a Doccia”: lo afferma il capogruppo della Lega in consiglio comunale Daniele Brunori dopo l’inaugurazione della mostra “L’oro bianco di Sesto Fiorentino” alla Biblioteca Ragionieri che accoglie 45 opere d’arte della collezione del Museo Ginori. “Quasi un “deja-vu” per noi, ma crediamo – dice Brunori – anche per […]

SESTO FIORENTINO – “Finalmente le porcellane tornano a Doccia”: lo afferma il capogruppo della Lega in consiglio comunale Daniele Brunori dopo l’inaugurazione della mostra “L’oro bianco di Sesto Fiorentino” alla Biblioteca Ragionieri che accoglie 45 opere d’arte della collezione del Museo Ginori. “Quasi un “deja-vu” per noi, ma crediamo – dice Brunori – anche per tanti cittadini sestesi che apprendendo la notizia della mostra, avranno pensato tra sé e sé: “quest’idea dove l’avevo già sentita? Infatti, che “l’oro bianco” sestese fosse una ricchezza da valorizzare noi lo diciamo da diverso tempo, come sosteniamo da oltre un anno (con proposta formulata ufficialmente alla presenza del Ministro del Turismo Garavaglia nel settembre dell’anno scorso), che la sede naturale delle porcellane del Museo sia proprio Doccia, alveo originale della creatività e della manifattura Ginori, dove il Marchese Carlo Ginori ebbe l’idea di allestire il primo “showroom” di creazioni della sua fabbrica, che rappresenta il primo nucleo di capolavori che andrà a formarne il museo”.

“Noi andavamo oltre, auspicando una collaborazione con la Galleria degli Uffizi, nell’ambito del progetto Uffizi Diffusi, voluto e sviluppato con grande successo dal Direttore Schmidt, – dice Brunori – con il quale si valorizzano opere che altrimenti non vedrebbero mai la luce mostrandole in siti decentrati, creando quindi un sodalizio virtuoso tra il più visitato museo italiano e le città della provincia fiorentina. Chissà, magari dopo questo primo passo, qualcuno penserà anche ad uno step successivo, rendendosi conto del futuro estremamente incerto che attende il Museo Ginori nella collocazione attuale, con l’incombente costruzione di un centro commerciale e di nuovi insediamenti abitativi che andranno fatalmente a soffocare il museo stesso. Da parte nostra, rimaniamo a disposizione, con le nostre idee e le nostre proposte, per il bene della nostra città e della nostra comunità, così come è successo su tanti altri temi poi “ripresi” da atri: dalle telecamere ai parcheggi rosa, dalle colonnine elettriche fino a “l’oro bianco” della Ginori.  Faremo la nostra parte e – ci sia consentita una battuta finale, stile Maurizio Crozza – non c’è bisogno “che mi si dica grazie” ma almeno un invito all’inaugurazione della mostra sarebbe stato gradito”.