Cadaveri nelle valigie: l’uomo è Shpetim Pasho, scomparso cinque anni fa insieme alla moglie

FIRENZE – Come già anticipato ieri sera, la pista seguita dagli investigatori (ma anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto”) sul ritrovamento dei resti di due cadaveri in alcune valigie nei pressi del carcere di Sollicciano, era indirizzata verso una coppia di coniugi albanesi, Shpetim e Teuta Pasho, scomparsi da Scandicci nel 2015. E dalla prima comparazione effettuata dalla Sezione […]

FIRENZE – Come già anticipato ieri sera, la pista seguita dagli investigatori (ma anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto”) sul ritrovamento dei resti di due cadaveri in alcune valigie nei pressi del carcere di Sollicciano, era indirizzata verso una coppia di coniugi albanesi, Shpetim Teuta Pasho, scomparsi da Scandicci nel 2015. E dalla prima comparazione effettuata dalla Sezione impronte del Reparto investigazione scientifiche di Roma, tutti i punti rilevabili sull’impronta di un dito di una mano del cadavere di sesso maschile corrispondono alle impronte dattiloscopiche di Pasho Shpetim, che al momento della scomparsa aveva 59 anni. Ancora da identificare l’altro corpo ma, a questo punto, è verosimile si tratti di quello della moglie. I due sarebbero arrivati in Italia per trovare il figlio, detenuto a Sollicciano per traffico di droga. E c’è chi ipotizza che le valigie siano state fatte trovare lì proprio per dargli una sorte di avvertimento. I due coniugi trascorsero un mese in Toscana. Il 2 novembre l’altra figlia ricevette una misteriosa telefonata dalla madre, da un numero anonimo, e da allora non ebbe più nessuna notizia dei genitori. Proprio la figlia si era rivolta alla redazione del programma televisivo.