“Campagna elettorale con censura”… bypartisan: lo sfogo di un nostro lettore

SIGNA – Come accade sempre più spesso, di politica, ma anche di qualsiasi altro argomento, si dibatte più sui social che nelle sedi opportune. Social che con il passare del tempo si sono trasformati in un “tribuna politica” lontana – e completamente diversa – da quella che si vedeva in bianco e nero sugli schermi […]

SIGNA – Come accade sempre più spesso, di politica, ma anche di qualsiasi altro argomento, si dibatte più sui social che nelle sedi opportune. Social che con il passare del tempo si sono trasformati in un “tribuna politica” lontana – e completamente diversa – da quella che si vedeva in bianco e nero sugli schermi televisivi negli anni Settanta e Ottanta. Migliore? Peggiore? Non sta certo a noi dirlo. Quella che pubblichiamo qui di seguito è una lettera inviata alla nostra redazione da un cittadino signese.

Alcuni giorni fa sul gruppo Facebook che accoglie il maggior numero di iscritti della comunità signese ho esposto alcune critiche a uno dei soggetti politici che hanno creato l’alleanza chiamata “La Signa che vorrei” a sostegno della candidata sindaco Monia Catalano. Si tratta di Francesco Stellacci che alle precedenti elezioni amministrative faceva parte della lista Progressisti per Signa a sostegno di Giampiero Fossi. Poco dopo avere esposto tali critiche, assolutamente prive di offese, il sottoscritto è stato dapprima bloccato da Stellacci stesso e dopo alcune ore completamente eliminato dal gruppo Facebook in questione. Non è andata meglio su un altro gruppo che si dichiara addirittura “No censure” dove, dopo avere espresso un solo commento critico a un post di UPS sono stato subito rimosso dagli amministratori, alcuni dei quali sono gli stessi del gruppo precedente. Ovviamente anche in questo caso non era stata fatta nessuna offesa o qualsiasi altra azione che potesse portare a una decisione simile. Ma la cosa tragicomica è che, dopo pochi giorni, è stata proprio “La Signa che vorrei” a dover fare i conti con lo stesso modus operandi, sebbene in una situazione diversa. Soltanto 24 ore prima dell’evento apericena organizzato per far conoscere ai cittadini la neo candidata, si sono trovati costretti a dover cambiare location “per cause non dipendenti dalla nostra volontà” con tanto di hashtag “vietatovietare”, che fa pensare che il locale non sia stato messo a disposizione per questioni “politiche”. A questo si aggiunge una censura totale e ingiustificata proprio da chi amministra gruppi Facebook che si dichiarano politicamente “neutrali” o  addirittura “no censure”. Peccato che le critiche mosse verso l’attuale amministrazione, espresse frequentemente anche da me, siano sempre state le benvenute, ma quelle indirizzate verso questa nuova coalizione siano state censurate all’istante. Da cittadino che segue da tempo la politica signese credo che questa campagna elettorale, almeno per il momento, non stia proponendo niente di buono e questa deriva autoritaria sia molto pericolosa per il futuro di Signa. Come si può chiedere la fiducia in campagna elettorale ai cittadini senza rispettarne i diritti fondamentali come quello della libertà di espressione? Con quale coraggio, da ambo le parti, ci si professa antifascisti se poi non è possibile avere una sala per un evento o semplicemente esprimere delle critiche di carattere politico?

Manuel Camuso (Signa)